A spasso con papà - 2009

Archivio 2008-2009

 

15 luglio 2009 

All’anagrafe: curiosità e labirinti 

I bambini vedono le cose in maniera diversa dagli adulti. Ne ho avuto l’ennesima conferma l’altro giorno. Dovevo andare all’ufficio anagrafe (già pensavo “uffa, che noia”) e mi figlia A. 8 anni, in vacanza in città, è voluta venire con me. Risultato ci siamo divertiti un sacco: 1) cercando l’ufficio giusto ci siamo persi in un labirinto di stanze e corridoi; 2) trovata la sala giusta è iniziata la caccia al numerino (altro giro nel labirinto). 3) Finalmente seduti abbiamo atteso il nostro turno esercitando la capacità di prevedere il futuro cioè immaginando quale sportello si sarebbe liberato per primo (e sbagliando immancabilmente). Chi ci stava intorno avrà pensato che stessimo dando… i numeri. A noi è toccato lo sportello 14, lì un’impiegata ci ha fatto le carte d’identità. Visto che sapeva tutto di noi ad A. è venuto spontaneo chiedere a lei come si chiamasse. Dopotutto eravamo all’ufficio anagrafe, la curiosità era legittima. “Mi chiamo Rita” ha risposto, e ci a pure sorriso.

 

 

8 luglio 2009

Informagiovani

Il posto si chiama “Informagiovani” ma non preoccupatevi nessuno fa troppo caso all’età di ch entra e neppure, una volta entrati, vuole vendervi qualcosa o darvi informazioni a tutti costi. Tanto ci pensano da soli i bambini a fare incetta di depliant e volantini: ci sono capitato, per caso, con A. e Z. e ora ho in doppia copia tutte le iniziative dell’estate milanese bella o brutta che sia. Una saletta al piano terreno con tavolini, riviste e fumetti più un’altra più piccola sopra, alcune postazioni Internet gratuite. Non è un bar, quindi, non occorre consumare niente per starci. Insomma è un luogo piacevole e che non richiede troppo “sbattimento”. Il fatto, poi, che si trovi a un passo da via Torino e a due passi da corso Vittorio Emanuele lo rende la meta perfetto se non amate vagare da un negozio all’altro a caccia di saldi di stagione.

Via Dogana 2, ingr. lib. Orari: dal lunedì al giovedì 10-18; venerdì 14-18 Tel. 02 88468390  

 

 

17 giugno 2009

O è Pasqua o è Natale

Giuro che ci ho provato. Sono stato un’ora in piazza San Babila con i miei figli A. e Z. seduto sulle panchine di pietra a leggere, a guardare piccioni immobili, persone in movimento e… a cercare di farmi piacere l’orribile fontana. Una scultura che nelle intenzioni vorrebbe ricordare i monti lombardi! Poi la più grande se n’è uscita con una frase tipo: “Ma perché hanno messo un uovo di Pasqua in cima a un pandoro?” “O è Pasqua o è Natale, non tutte e due” ha aggiunto il più piccolo. E allora non ce l’ho più fatta. Siamo scoppiati in una risata che ha fatto volare via i piccioni e girare i passanti. Ecco la descrizione perfetta della fontana più brutta della città.

10 giugno 2009

Quattro passi all’ombra

Camminare all’ombra dei palazzi è un piacevole diversivo per i pomeriggi assolati. Portando A., 8 anni, a spasso nel dedalo di viuzze in zona Porta Venezia - proprio di fronte all’ingresso dei Giardini Pubblici – pensavo di stupirla mostrandole una cosa curiosa:fenicotteri rosa nel centro di Milano! Sarà che gli animali erano immobili ("Ma sono vivi?" mi ha perfino chiesto lei) e sarà che per vederli occorreva spiare attraverso una siepe un parco privato ("Ma perché non possiamo entrare?"), fatto sta che l’effetto non è stato quello sperato ("Tutto qui?"). Per fortuna da quelle parti l’ombra non manca. E c’è un’altra stranezza che ha regalato un sorriso a mia figlia: un citofono a forma di orecchio.

3 giugno 2009

A misura di bambino

Quello della carta da parati, dei tessuti murali e dei tendaggi è un mondo tutto da scoprire. L’affermazione potrà suonare strana e infatti lo è. Ma fidatevi, vale la pena saperne di più. Solo così  potrete scoprire che ci sono negozi con un spazio giochi dedicato ai bambini: un paradiso con megapuff colorato dove spaparanzarsi, porte morbide e ondulate, seggiole e scrivanie di cartone (da colorare) e, alle pareti, vezzose carte da parati da pasticciare a piacimento con pastelli e pennarelli. Per avere tutto questo per qualche ora quale genitore non sarebbe disposto a saperne di più di tappezzeria e affini.

Jannelli & Volpi, via Melzo 7, ingr. lib., aperto anche il sabato

27 maggio 2009

Pietre rotolanti al Castello

Sdraiarsi sul prato, darsi una leggera spinta… e tutto il resto accade da sé. Giocare a “Rolling stones” nei fossati esterni del Castello Sforzesco è la cosa più semplice del mondo. L’effetto è un po’ da centrifuga della lavatrice, ma il divertimento è assicurato. “Ho fatto 51 capriole” grida Z., 4 anni, e lo dice come se fosse il numero più alto che esista. “Ma sei andato storto” lo fredda la sorella A., 8 anni. Allora si ricomincia, mentre io do i voti alla miglior rotolata. Chissà come - valutando eleganza, velocità,  originalità, gesto atletico, lunghezza della discesa e grado di difficoltà - i due partecipanti  (ma capita che altri se ne aggiungono) finiscono sempre in parità.

Fossati esterni del Castello

 

20 maggio 2009


Happy Hour: poco fermento e molti gradini


Sarà che la via è silenziosa, sarà che il locale si trova al piano rialzato di un palazzo, sarà che la musica non disturba, ma più che in un pub sembra  proprio di entrare in casa di qualcuno. Il posto si chiama “Fermento” e a dispetto del nome, all’ora della aperitivo, è poco modaiolo e molto tranquillo a misura di famiglia. Gradini e gradoni (qui ce ne sono in abbondanza: per entrare, per raggiungere la sala, per arrivare al bancone…) sono un ottimo diversivo per bambini dai 4 anni in su che salgono e scendono con destrezza. Ma se la cosa vi crea troppi patemi (del tipo che rischiate di passare la serata ripetendo i tormentoni “stai attento”, “non cadere”, “ti sta bene” e “te l’avevo detto”) allora scegliete subito di accomodarvi nel piccolo spazio, all’aperto, al piano terra. Da provare le birre artigianali e il cocktail della casa.


Fermento Art & Pub, Via C. Ugoni 18, tel. 02.87380668

 

Attaccati al tram


Ci sono quelli verdi che “sembrano vermoni”, quelli arancioni simili a “lumache senza guscio” e quelli “di miele”(giallini e bianchini). Mi rendo conto che questa catalogazione dei tram milanesi è poco ortodossa, ma mio figlio Z., 4 anni, mi ha spiegato così la differenza e mi ha pure assicurato che tra loro quando si incontrano si salutano (magari schiacciandosi l’unico “occhio” che hanno). Noi partiamo sempre con quello “di miele” anche perché passa proprio sotto casa, poi saltiamo da uno all’altro senza porci troppe domande, anche perché la cosa divertente è suonare il campanello. Spesso ci tocca rimandare la discesa alla fermata successiva perché qualche altro passeggero è stato più veloce di noi nel richiedere la fermata. Pazienza, l’importante - lo ripeto io a lui e lui a me - è stare ben attaccati al tram, perché scossoni, arresti e cambi di direzione sono frequenti. Avrete capito che il divertimento è fine a stesso, guai ad avere una destinazione precisa.

13 maggio 2009

Waterwall: l’acqua è bagnata?

Non basta dire a un bambino che l’acqua è bagnata, come San Tommaso vuole toccare con mano per essere certo che sia così. Portando mia figlia A., 8 anni, a teatro a vedere “Waterwall” e avendole preannunciato una cascata d’acqua dove sguazzavano acrobati-ballerini, lei si immaginava - me lo ha confessato - che ne saremmo usciti se non bagnati fradici, almeno umidicci. Invece niente neppure una goccia; ad essere piacevolmente schizzati erano soltanto gli spettatori delle prime file, protetti da un telo, che reagivano con divertiti risolini (“che invidia!”). Al punto che A. si era convinta che non fosse acqua vera ma solo un effetto speciale, rimettendosi le scarpe tolte durante lo spettacolo ha dovuto ricredersi: “Evviva sono bagnate”. Secondo me si era solo rovesciata la bottiglietta che ci eravamo portati; per lei era la prova che la acqua è davvero bagnata, altro che effetti speciali. Lo show è energico e poetico, ma rassegnatevi a una musica hunz-hunz martellante.

Waterwall, teatro Smeraldo, fino al 17, € 31-15

 

6 maggio 2009

Per fare un fiore…

Che cos’hanno in comune un bambino e un designer? Molto se il designer in questione è Fabio Novembre. Innanzitutto la fantasia, poi il fatto di credere alle favole e l’idea che i sogni possano diventare realtà… Così, magicamente, una stanza può trasformarsi in un fiore, grazie una serie di quinte teatrali concentriche irregolari; i visitatori somigliano in api curiose che volano da un petalo all’altro e i mie figli, sia A. che Z., sono entrati così tanto nella parte da posarsi ovunque (anche dove forse non si doveva!). È una mostra interattiva: spiegarla a parole la fa sembrare più complicata di quello che è. Vi basti, allora, sapere che - anche se non siete bambini né designer - lo stupore è assicurato.

Il fiore di Novembre, fino al 17 maggio, 6/4€   

“Tulpan”, avere tutto senza avere niente

Se avete una serata child free andate al cinema a vedere “Tulpan”, scoprirete quanto poco basta per essere felici (anche al tempo della crisi). La steppa battuta dal vento è forse il luogo più improbabile dove crescere tre figli eppure alla famigliola protagonista basta e avanza per sentirsi in paradiso. La vita quotidiana è una lezione di sopravvivenza, ma anche di armonia in cui ognuno – bimbi compresi – ha il suo spazio e il suo ruolo. E se sbagliassimo a ostinarci a vivere in una società che ha tutto (troppo)? E se la scelta migliore fosse quella estrema indicata dal poetico film kazaco? Nel dubbio torno a casa e, come storia della buona notte, racconto ai miei figli il film per intero. Poi guardo su Internet se in Kazakhstan cercano pastori, con famiglia, anche senza esperienza.

 “Tulpan”, al cinema

 

29 aprile 2009

 

A pieni nudi nel parco (col sole)

 

Il prato a cui sto pensando è quello dei Giardini di Villa Reale, curato, assolato e pulito, leggi senza cartacce ne cacche di cane (non me ne vogliano i padroni educati). Solo a vederlo mette addosso un’irresistibile voglia di togliersi scarpe e calze per lasciarsi accarezzare i piedi dall’erba (poetico no?). Ricordatevi però dove le lasciate! Un’avvertenza il piccolo parco è detto “dei bambini” ed ha la particolarità di essere accessibile agli adulti solo “accompagnatida under 12. Oltre al prato, davanti alla facciata interna, ci sono un laghetto, spiazzi ombrosi, giochi e sculture. Per esplorarlo, però, meglio rimettersi le scarpe.

 

Giardini di villa Reale Orari 9 – 19, ingr. lib.

  

A piedi nudi nel parco (con la pioggia)

 

L’idea era “occupare” uno spiazzo verde ai Giardini di Porta Venezia e farci una festa di complenno. Anzi di multicompleanno visto che i festeggiati erano ben quattro (mia figlia A. e tre compagni). Coperte da pic nic, teli tipo campeggio, giochi, frigo con vivande e bibite… Insomma tutto era pronto per l’arrivo dei bambini, invece all’improvviso si è presentato, non invitato, un temporale. Così, senza perderci d’animo, ci siamo trasferiti al volo sotto un gazebo, aperto ma riparato. E io che mi ero sempre chiesto a cosa servivisse oggi un gazebo? Risistemati per terra coperte da pic nic e teli, i bambini, tolte le scarpe inzaccherate, hanno avuto la loro festa. Anzi di più, perché - passato il temporale e rimesse le scarpe – la festa è continuata nel prato.

 Gazebo Giardini “Montanelli”, orari 6.30-21, ingr. lib.

22 aprile 2009

Passeggiate piovose e dispetti ad arte
 
Ci sono giornate dispettose: guardi dalla finestra e non piove; metti il naso fuori e in inizia a gocciolare. Ti metti al riparo, smette; appena vai allo scoperto, ricomincia. Per fortuna nell’incertezza meteorologica la città offre le sue soluzioni. Se percorrete via Torino un ottimo rifugio di fortuna è la chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Che, però, forse per non far torto alla giornata birichina è pure lei un po’ “dispettosa”. La definizione è di mia figlia A. e sarà poco tecnica ma rende l’idea. Ecco perché: una volta entrati guardiamo l’abside e ci sembra profonda; poi ci avviciniamo di lato e scopriamo che non lo è affatto: è un’illusione ottica che ce la fa vedere così. Allora torniamo nella navata principale convinti che non ci faremo più ingannare e, invece, il gioco prospettico ci frega ancora, così torniamo a vedere un’abside lunga lunga. Cambiamo lato, ci avviciniamo e… torna corta. Spiego ad A.: “Il pittore che l’ha dipinta si chiama Bramante. Questo ‘dispetto’ si chiama trompe-l’oeil”. E aggiungo: “è un capolavoro, l’artista si è guadagnato il Paradiso...” La chiosa di mia figlia è geniale: “Allora forse è lui che, dall’alto, gioca a fare dispetti con la pioggia”. Dispetti a parte la chiesa merita una visita (bastano pochi minuti) anche in una giornata di sole.
 

Santa Maria presso San Satiro, via Speronari 3

 

 

15 aprile 2009

Ma che bel castello…

A dire il vero loro - A., 8 anni e Z., 4 anni – si aspettavano qualcosa di diverso. Avendogli detto: “Vediamo com’è il Castello Sforzesco dentro” immaginavano sale arredate con tavoli, sedie, troni, letti e magari pure giochi, divani e poltrone. Invece ci sono “solo” pezzi di storia della città, la delusione per fortuna è durata poco. L’allestimento di BBPR è esemplare: sa sorprendere un bambino con saliscendi, scalini, nicchie, percorsi inconsueti. A un certo punto abbiamo finito per credere di trovarci davvero in un labirinto e allora il gioco è diventato trovare la via d’uscita. Non senza aver fatto lunghe pause sulle panchine con il naso all’insù a scrutare i soffitti (bellissimi) alla ricerca di indizi utili. È finita che eravamo tanto motivati nella missione denominata “Ce la faranno i nostri eroi a scappare dal castello?” che ci siamo scordati di guardare la Pietà Rondanini di Michelangelo (pazienza, tanto quella non scappa) e il piccolo Crocifisso pure (pare) di Michelangelo (peccato, quest’ultimo è esposto solo fino al 3 maggio).

Castello Sforzesco, orari 9-19.30; lun 14.30-19.30; gio 9-22.30; € 3/1,5

 

 

8 aprile 2009

Il colore della natura

Ci sono quello “mimetico”, quello “arlecchino” e quello “palude”, ma anche quelli “giada”, “asparago” e “Islam”... A scorrere le gradazioni, viene il dubbio che sulla carta ci siano più verdi di quanti ne esistano in natura. Ma non è così, fidatevi. Portate i bambini al Parco Sempione o al Parco Lambro, osservate insieme le infinite di varietà di verde: si vedono a colpo d’occhio! Si può anche fare a gara chi ne trova di più. Se poi vi portate un album da disegno e i colori potete provare a farne una copia dal vero. In questo caso scoprirete che tutti i verdi che avete in casa (tra pennarelli, pastelli, tempere, acquarelli…) non vi basteranno a fare il verde di un solo albero.

 

 

Il colore delle piazze

Così come i parchi, anche le piazze della grigia Milano hanno i loro colori. I bambini sono specialisti nel coglierli a colpo d’occhio. Per piazzale Cadorna, secondo mio figlio Z. e la sua amichetta S. pure quattrenne, occorrono soprattutto il rosso, il giallo, il verde e pure l’argento (Oldenburg ne sarebbe contento). Per piazza Castello loro mi garantiscono che basta il color mattone. Per piazza Affari io suggerisco il bianco, dal bianco-latte all’avorio. Ma è impossibile colorare di bianco un foglio bianco mi fanno notare S. e Z. all’unisono. Per fortuna la piazza è così tranquilla – la domenica la Borsa è chiusa - che è un peccato starsene solo seduti sui gradini a colorare. Meglio giocare a rincorrersi.

 

1 aprile 2009

Pre-papà e Pre-mamme a teatro

Quando si comincia davvero ad essere papà? La risposta è ovvia: quando il bambino nasce. Eppure ci sono quei lunghi mesi racchiusi tra un test di gravidanza positivo e l’ingresso in sala parto in cui papà non si è ancora ma, volenti o nolenti, si comincia a familiarizzare con l’idea di diventarlo. Papà in pectore, si potrebbe dire, o pre-papà. Sfruttando la libertà d’azione concessa ai pre-papà e alle pre-mamme con bebè nella pancia, si consiglia la visione di “Nove mesi e un giorno”, spettacolo che racconta con partecipazione e ironia, gioie e dolori dell’attesa. La condivisione del ruolo di protagonista da parte della futura mamma e del futuro papà vale in scena come nella vita.  

Teatro Litta Sala La Cavallerizza, corso Magenta, 24  Fino al 5 aprile. Mar-sab ore 21– dom 17; biglietti 9/12€   

 

Trenini o giochi scientifici?

Alzi la mano chi capisce i giochi solo leggendo informazioni e guardando le figure riportate sulle scatole. Parlo, in particolare, di quei giochi istruttivi, di esperimenti scientifici o simili. Io, in genere, non ne vengo a capo. Eppure mi ci applico: guardo le scatole, le studio, le giro e le rigiro, talvolta le scuoto pure. Tutto mentre Z., il figlio quattrenne, gioca con i trenini messi lì apposta (non solo per lui ovviamente!). La ferrovia, ad altezza bimbi, è fissata a un piano di legno grande come un lettino, che - per questioni di spazio - in casa nostra non entrerà mai. Insomma, per lui è uno spasso, mentre a me viene una gran voglia di… rompere le scatole per scoprire che c’è dentro.      

La città del sole, via Spallanzani 16 Tel. 02-29412335

 

25 marzo 2009

Ponyo: fatevi portare al cinema dai bambini!   

La risposta alle afflizioni e alle incertezze dei nostri tempi? Il regista Hayao Miyazaki (“papà” di Heidi, Nausicaa e molto altro) la affida a Ponyo, una pesciolina che sogna una vita da bambina, e Sosuke, un bambino che vuole mantenere una promessa… Visto che vi troverete immersi in un favola capovolta, tanto vale prepararvi: capovolgete le parti. Non portate i bambini al cinema, chiedete a loro di accompagnarvi. Nel mondo magico di Miyazaki, dove buoni e cattivi si confondono  e dove perfino il mare è un personaggio con mille occhi, non manca nulla: stupore, poesia, incanto e qualche brivido.  “Ponyo sulla scogliera”, al Cinema

 Ponyo 2: la canzone (in giapponese) è magica

Se avete la possibilità, cercate su Internet la canzone originale del film, in giapponese (quella che circola nelle sale è la versione italiana, meno sfiziosa). Fatela ascoltare a bimbi ma sappiate che è magica, se ne innamoreranno all’istante.  Per fortuna insieme al film è uscito anche il libro a fumetti: lì trovate le parole, anche quelle originali giapponesi. Intanto potete accontentavi della prima strofa “Ponyo Ponyo Ponyo sakana no ko / Aoi umi kara yatte kita / Ponyo Ponyo Ponyo fukurannda / Mammaru onaka no onna no ko” “Ponyo sulla scogliera” (Mondadori, pp. 156, € 20), in libreria

 

 

17 marzo 2009

“Rain”: il circo che fa (fare) splash…

Fatto salvo che i genitori sono, per natura, contrari all’idea che i propri figli saltino a piè pari nelle pozzanghere, ci sono due categorie. Quelli per i quali tale regola vale sempre e comunque e quelli che, invece, talvolta fanno un’eccezione... Detto questo andate a vedere “Rain” - l’invito vale per tutti, grandi e bambini -  il poetico spettacolo teatral-circense della compagnia canadese Cirque Eloize è un bagno di emozioni. Tranquilli, a dispetto del titolo (pioggia), il pubblico se ne sta comodamente all’asciutto. Ma se siete di quelli che con le pozzanghere fanno eccezioni portatevi le galosce per i figli (e pure per voi). Il finale è tanto contagioso che uscirete con una gran voglia di fare splash e cic ciac nella prima pozza d’acqua che trovate.Teatro Strehler, largo Greppi, fino al 22 marzo, € 14/29.50  

 

Da “Imaginarium” accade l’impossibile

Giocare e non compare. Impossibile? Invece no, ci sono negozi, come quelli della catena Imaginarium, dove i bambini entrano da porticine a loro misura e dove, una volta entrati, hanno a disposizione appositi spazi per giocare, disegnare o altro… Voi potete curiosare tra gli scaffali e pure uscirvene senza aver fatto acquisti (non scordate i bambini!). Certo portare i piccoli in un negozio di giocattoli ha sempre i suoi piccoli “rischi”. Male che vada vi ritrovate davanti alla cassa con qualcosa che non pensavate di comprare ma di cui i vostri bambini proprio non possono fare a meno (così almeno dicono). Per fortuna la scelta non manca e nemmeno la varietà di prezzi.       Imaginarium, largo Augusto 10, tel. 02 76011992‎

11 marzo 2009

Al bar: i pesci di Nettuno 

Un bar con all’interno una grande vasca piena d’acqua, a pensarci bene, è cosa strana. Ed è ancor più strano che a far la guardia a quattro pesci ci sia il dio del mare in persona con il suo tridente. Ma in questa storia, tutta vera, c’è qualcosa in più che accresce il mistero: la vasca, infatti, un tempo era un abbeveratoio per cavalli… Mia figlia A., settenne, si convince che sia stato proprio Nettuno, arrabbiato, a trasformare i cavalli in pesci… L’altro figlio Z., quattrenne, prova, invece, a dimostrarmi che è l’acqua ad avere qualcosa di magico… Lo fermo arricchendo la storia di fantasia e incredibili maledizioni. Tutto questo accade al BoccascenaCafè, all’interno dello storico Palazzo Litta, uno spazio da favola, a misura di bambini. Un consiglio pratico: per colazioni (o merende o aperitivi) scegliete il tavolo simil-Pollock, è minuscolo ma a prova di macchie e sbrodolamenti vari. 

BoccascenaCafè Palazzo Litta, Corso Magenta 24, Lun-ven 10-16 e 18-22, Merenda (succo + brioches 3 €) Tel.: 02/8055882

4 marzo 2009 

Al cinema: “Impy” superstar per un pubblico baby

Che succede a regalare a un figlio unico per il compleanno… una sorellina. Impy è un piccolo dinosauro maleducato e viziato (sarà che, estinti gli altri, è a suo modo “figlio unico” pure lui) e proprio non  ne vuole sapere di avere tra i piedi una piccola sorellina panda. Ma dovrà ricredersi. Se dovete scegliere chi portare tra i figli a vedere questo film, optate per i più piccoli (nido o materna al massimo): la storia è senza pretese. I più grandi (elementari) rimarrebbero delusi. I genitori possono “accontentarsi”  dell’animazione digitale (da urlo), i teen agers della canzone del film, interpretata dal vincitore di Sanremo Marco Carta.    Impy SuperstarMissione Luna Park, al cinema   

 

Da Spontini: pizza o lasagne il catalogo è questo

 

Presto presto o tardi tardi. Rassegnatevi solo così potrete prendervi lo sfizio di portare i bambini da “Spontini”, istituzione milanese che dal ’53, a pizza e lasagne, ha cresciuto generazioni intere. Una volta seduti al tavolo è praticamente impossibile muoversi, il menù è appeso alle pareti. Lo spazio e minimo, è vero, ma lo è pure l’attesa, neanche il tempo di ordinare e avrete il piatto filante e fumante davanti. Per mangiare prendetevi il tempo che occorre, il personale proverà a farvi fretta, ma non fateci troppo caso, fa parte del folklore del locale. Qui i bambini li amano (ci sono pure i seggiolini da tavolo!). Soprattutto, dopo aver mangiato la vostra pizza, non mangiate quella dei bambini, con la scusa di lasciar libero il tavolo.  Pranzo dalle 11.45 alle 14.15. Cena dalle 18.00 alle 23. Prezzi: 30-40 € in quattro.

Spontini, corso Buenos Aires 60 ang.via Spontini, Milano, tel 02.20.47.444

 

25 febbraio 2009


Carnevale con passeggiata futurista

A Carnevale il mondo si ribalta e comandano i bambini. Provate allora a fare una passeggiata in una zona pedonale, tipo da San Babila al Duomo (meglio quando non è troppo affollata), lasciando che siano loro a decidere come. Seguendo alla lettera le fantasiose indicazioni dei piccoli potreste ritrovarvi a fare cose un po’ matte. Tipo? Lo slalom tra le colonne, correre a perdifiato poi bloccarvi all’improvviso,  prendere la posa di una statua, saltellare su un piede, giocare a nascondino e fare “bu” ai passanti, camminare all’indietro… Complice l’atmosfera carnevalesca e l’euforia futurista nessuno farà troppo caso a queste trovate da passeggio, che Marinetti sarebbero piaciute molto. 

 

Bar Bianco: a cosa servono i “buchi”

Doveva avere figli chi ha ideato i tavoli verdi con le griglie di ferro del Bar Bianco, all’aperto, al centro dei giardini pubblici di Porta Venezia. I “buchi” sono infatti utili e preziosi come sostegno per girandole e bacchette magiche mentre si mangia una brioches o un toast. Naturalmente il bello è metterci anche dita, e lasciarci cadere sassi e briciole, queste ultime prontamente prese d’assalto da passeri e piccioni. La griglia, poi, è quasi perfetta per  infilarci coni gelato quando a uno dei vostri bambini - o più probabilmente a tutti e due insieme – viene da starnutire o scappa la pipì.

Bar Bianco, lato di via Palestro,  sempre aperto dalle 8 alle 20.30 

 

18 febbraio 2009

Gesto poetico 1

Una montagna di gessetti bianchi e tre pareti nere. Anche un bambino capirebbe cosa fare e infatti il mio l’ha capito subito: prende un gesso e lascia il proprio segno poetico dove vuole. Ma alla poesia non si comanda così ho dovuto issarlo sulle spalle perché “un aereo è più poetico se sta in alto”. Funziona così alla mostra “Ivan – Poesia viva”: ognuno, anche i grandi, dà il suo contributo affinché il capolavoro sia finito. Almeno fino a che un altro visitatore decida di dire la sua (e così via all’infinito).

Gesto poetico 2

In un’altra sala, invece, le parole sono proiettate sulle pareti, anche qui lo spettatore-poeta deve dare una mano - anzi un piede - all’artista: sotto il pavimento sono nascosti  sensori che fanno apparire parole che danno senso all’opera, intitolata “Chi pesta i piedi fa tamburo del mondo”. Divertente è anche aggirarsi in un labirinto di parole che crescono come piante in primavera fino a formare la frase “Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo”.

 Gesto poetico 3

Infine, un’altra sala dove l’allegria lascia spazio alla tristezza. C’è un barile di petrolio vuoto, alzo mio figlio perché ci guardi dentro e lui mi dice: “C’è qualcuno”. Sul fondo, dentro un monitor, un bambino ci guarda e si avvicina. “Ora è sparito”. Ogni minuto e tre secondi il piccolo volto svanisce, con la stessa frequenza, nel mondo, un bambino muore di Aids. “Eccolo, è tornato”.

Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto 2, ingresso liberoFino al 15 marzo, mer-dom 10-19.30, martedì e sabato fino alle 22

 

11 febbraio 2009 

Ragazzi, che affari in libreria!

 Nata nel 1972, la Libreria dei Ragazzi è stata la prima in Italia ad occuparsi dei lettori piccoli e piccolissimi (compresi quelli che non sanno neppure leggere!). Ecco perché vale la pena andarci almeno una volta, soprattutto ora, in febbraio, che molti libri (fuori catalogo) sono a metà prezzo. Che poi ci si ritorni è garantito vista la varietà di titoli e di case editrici, pure loro spesso piccole e piccolissime, che si trovano sugli scaffali. I volumi sono tanti, lo spazio per muoversi è ridotto, gli adulti fanno un po’ fatica a girarsi e piegarsi, i bambini no. Anche in questo la libreria è “dei ragazzi”, cioè a loro misura.

La Libreria dei Ragazzi, Milano, via Tadino 53 Tel. 02.29.533.555     

 

Tavoli separati, conto unico“

Stai composto”. “Mangia”. “Apri la bocca”. Che sollievo, per un’ora potete archiviare il repertorio classico del pranzo-fuori-con-bambini. Alla Trattoria Ambrosiana, se ci andate con altri amici pure loro con figli, potete fare tavoli separati. Da una parte i grandi a parlare dei cose da grandi (o anche no), dall’altra i bambini che senza genitori cui disobbedire stanno bravi come agnellini. La cucina è casereccia (da provare i dolci), il personale affettuoso, le porzioni vanno dalla mini alla maxi. Non  fate scherzi: anche se i tavoli sono separati, il conto (sui 40€ in quattro) lo pagano i papà.

Trattoria Ambrosiana, via Paisiello 4, te. 02.29.40.50.52   

 

4 febbraio 2009

Gita in una torre… da favola

La gita è racchiusa tra il martellante “Siamo arrivati?” dell’andata e lo speranzoso “Quando ci torniamo?” del ritorno. Quello che dovete sapere è che vi restano solo una ventina di giorni scarsi per vedere (e rivedere) “La torre delle favole”, un percorso-gioco dedicato alla fiaba del Brutto Anatroccolo di Andersen. C’è un tappeto magico (interattivo), ci sono visite teatralizzate e letture, ci sono gli allegri disegni e le invenzioni sceniche di  Antonella Abbatiello. C’è una torre che si crede un castello incantati... e forse lo è.

Lumezzane (Bs), Torre Avogadro, fino al 22 febbraio, sabato e domenica, orari 10-12 e 14-19, ingresso libero, tel. 030 89.71.24

Piatto pulito obbligatorio!  

Buon appetito, piatto pulito. Un motto che i bambini imparano alla mensa scolastica (così, almeno, i miei). Il Mongolian Barbecue lo mette in pratica alla lettera, tanto da “multare” (con un sovrapprezzo) i golosi chi riempiono il piatto e poi lasciano il cibo. Il pranzo è a buffet: grandi e piccini scelgono cosa e quanto mangiare; piccini e grandi si incantano a guardare carne, pesce e verdure cucinati sulla griglia. Si può fare il bis e perfino il tris, ma guai a sprecare. Una “regola” per bambini che si impara meglio con l’esempio degli adulti.

 Mongolian Barbecue, Milano, viale Montenero 62, tel. 02 55.10.442, pranzo 12 €.

 

28 gennaio 2009

Sul duomo si danno i numeri

Le guglie sono 135, le statue esterne 2.300, la Madunina è alta 4,16 metri e si trova a 108,50 metri di altezza… Si potrebbe continuare a lungo a “dare i numeri” del Duomo di Milano ma tanto si sa qual è l’unico numero che i bambini vogliono sapere: quanti sono i gradini per arrivare sulle terrazze della Cattedrale? Per scoprirlo c’è un solo modo… farli uno a uno. Anche arrivati in cima ognuno ha la sua risposta: c’è chi dice 199 (io); chi 201 (la figlia settenne); chi (come il figlio quattrenne) è convinto siano qualche milione! Non vi resta che provare di persona. La vista è tanta, la fatica poca. Per i pigri c’è anche l’ascensore, ma così non saprete mai la risposta. Ricordate che dopo le 16.20 non vi fanno più salire.

Terrazze del Duomo, piazza Duomo, € 5 (a piedi), € 8 (ascensore). Orario invernale: 9-16.45 (per la discesa) 

 

Libreria con vista

L’ascensore circolare fa la sua scena, ma pure la scalinata a chiocciola… Insomma ogni via è buona per arrivare all’ultimo piano del palazzo in piazza Duomo, che ospita la prima (e unica) libreria Electa Koenig d’Italia. Un piccolo paradiso per gli amanti dei libri d’arte, architettura, design e fotografia. Cercate quei volumi enormi e quei cataloghi ingombranti che non potete comprare perché costano un capitale e pesano tanto che sfonderebbero la libreria di casa; qui si possono sfogliare: le grandi immagini e i coloro affascinano anche i piccoli, spesso meno maldestri degli adulti nel maneggiarli. E, soprattutto, entrate nella sala lettura che ha una splendida vista sul Duomo: da qui la piazza con le sue linee e le sue geometrie sembra una pagina di libro su cui le persone si muovo come lettere impazzite formando parole di fantasia.

Mondadori Libreria Electa Koenig Piazza Duomo 1, orari 9-23, ingr. lib. tel 02.72022640

 

21 gennaio 2009

Trattoria California

C’era una volta (roba di un secolo fa) un cow boy che arrivato a Milano al seguito di Buffalo Bill si innamorò di una “tosa”, dal loro amore nacque una bella… trattoria. Che sia vero o no l’aneddoto basta a stuzzicare l’appetito... A riempire la pancia, invece, pensano i piatti del menù (la cucina neanche a dirlo è casalinga). La trattoria California è un posto da favola, un locale alla buona, ideale per famiglie il giorno della festa: i grandi se la raccontano e – con sorpresa - tornano un po’ bambini; e i bambini – con moderazione - possono fare i bambini (cioè fare chiasso, muoversi e giocare). E alla fine tutti escono felici e contenti

Trattoria California, via Ornato 122, Milano (zona Niguarda).  Tel. 02 6426061; chiuso il sabato. Pranzo completo con 10-12 Euro   

 Museo di storia Naturale

La parola museo fa venire in mente qualcosa di vecchio e polveroso. Quello di Storia Naturale di Milano è esattamente così. Nonostante gli sforzi di renderlo moderno con nuove sezioni e nuovi ambienti, è sorpassata l’idea di esposizione, consunte le vetrine in cui gli oggetti sono in mostra, spesso sbiadite le didascalie, troppe le cose da vedere... Insomma a cercarne i difetti se ne trovano mille. E che una fatica per genitori che vogliono a tutti i costi che la visita sia istruttiva. Per fortuna ai bambini di tutto questo non importa, scorrazzano da una sala all’altra a caccia di animali feroci e scheletri. Con la stesso stupore con cui si curiosa in un baule di cose vecchie e polverose nella soffitta della nonna.

Museo Civico di Storia Naturale, corso Venezia, 55. Mar-dom 9-17.30; Ingresso 3 € gratis fino a 18 anni e il venerdì.

 

 

Mostra Burri

Ad andare per mostre con i bambini c’è sempre da imparare. A esempio, a quella di Alberto Burri (1915-2005) allestita alla Triennale, in grandi sale che permettono molta libertà di movimento rendendo la visita leggera e piacevole. Mi aspettavo di vedere i celebri “cretti” dell’artista umbro, invece, il mio piccolo accompagnatore (4 anni) mi ha spiegato che si trattava della strada di Radiator Springs (quella del film “Cars”) prima che Saetta McQueen la asfaltasse come si deve. L’altra mia guida personale (7 anni) mi ha illustrato la storia di una balena nera sperduta tra i ghiacci bianchi, così come “raccontata” quadro dopo quadro dagli altrettanto celebri “cellotex” di Burri. Che cosa aspettate a farvi spiegare l’arte contemporanea dai vostri figli?

Alberto Burri, Milano, Triennale, viale Alemagna 6, orari: mar-dom 10.30-20.30; gio fino alle 23; € 8/6/5, fino all’8 febbraio

Ristorante Il Lupo

In bocca al lupo. Detto, fatto. “Il Lupo” è un ristorante dentro il Centro Commerciale Sarca di Sesto San Giovanni, al confine con Milano. Il giorno migliore per andarci con i figli è la domenica quando, in genere, il centro è chiuso e c’è poco caos. L’effetto dell’arredo è un po’ da cartoon, ma i piatti (toscani: primi abbondanti, ottime tagliate) sono una vera favola. I bambini, una volta tanto, fanno con entusiasmo ciò che spesso a casa rifiutano di fare: apparecchiano la tavola con posate, tovaglioli e tovaglie di carta, utilizzabili anche per disegnare (portate i pastelli!!). I grandi, una volta tanto, non fanno ciò che a casa devono fare fin troppo spesso: spadellare, lavare i piatti, riordinare la cucina...

Il Lupo, Via Milanese, 10, Sesto San Giovanni, € 30-35  (in 4 persone 2 adulti + 2 bambini), tel. 02 24416330

 

23 dicembre 2008

Il Giardino della BirraVia Ortica 10, Milano Prezzi: 50-60 € in quattro (2 adulti + 2 bambini)  Tavoloni di legno e tovagliette di carta. Alle volte basta poco per una cena fuori casa, allegra e divertente. Siamo al Giardino della Birra, nel quartiere milanese dell’Ortica – proprio quello della Banda cantata da Jannacci-. Il locale è spazioso e versatile: c’è un dentro, c’è un fuori (il giardino appunto) e c’è pure una via di mezzo (una sorta di bersò circolare). La cucina mette d’accordo Italia, Germania e Argentina. Tra i piatti a misura di bambini: risotto, würstel della Foresta Nera e patate al cartoccio; per palati adulti (e in quantità extralarge), le carni rosse alla griglia. Il servizio è veloce, ma nell’attesa i piccoli possono disegnare sulle simpatiche tovagliette di carta, i pastelli però dovete portarli da casa! Neanche a dirlo, le birre crude artigianali sono ottime, soprattutto la weizen. Quando il ristorante non è affollato chiedete di visitare i locali con gli impianti di produzione.

Il cosmo sul comò “L’episodio che ci piace di più è quello sulla fecondazione artificiale, che si intitola Temperatura basale, dove c’è una coppia disposta a tutto pur di avere figli”. La dichiarazione è di Aldo del Trio Aldo, Giovanni e Giacomo, all’indomani dell’uscita del film “Il cosmo sul comò”. L’episodio, in effetti, funziona e diverte. Riuscita è soprattutto la parodia dei professoroni con doppio cognome cui la coppia si rivolge per risolvere il problema figli-che-non-arrivano; meno felice l’incubo di Giacomo (poco originale e del tutto falso) su una zingara-ruba-bambini. Preferiamo, di gran lunga il sogno, questo sì originale, con cui si chiude il primo episodio: vacanze formato famiglia sul prato di San Siro. Il miglior Pa3 della filmografia del trio resta, però, Giovanni-padre mancato nella scena finale di “Ma tu la conosci Claudia?”, in cui, addossato al muro, canta una ninna nanna nel cuore della notte al figlio urlante dei vicini.Il cosmo sul comò Di Marcello Cesena Con Aldo, Giovanni e Giacomo.  Al cinema 

 

18 dicembre 2008

Il "figlio" del Grande Fratello è cresciuto ed è diventato un ottimo padre. Il gioco di parole per dire della convincente prova di Luca Argentero, protagonista di "Solo un padre", sul grande schermo in questi giorni. Il film di Luca Lucini, dal romanzo di Nick Earls, è una commedia con bambini (ma per adulti), intelligente e leggera, e per questo gli si perdona qualche sentimentalismo di troppo. Una domanda: perché per vedere un papà – un Pa3? - che culla la figlia, l'addormenta, le fa il bagnetto e le cambia il pannolino… occorre partire dalla situazione estrema e drammatica in cui la mamma non c'è più?   

Pacino Café, piazzale Bacone 9, tel. 02 2046550. Dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 2; sabato e domenica dalle 18. Locale con due facce: la sera è un cocktail bar modaiolo (da evitare), la mattina e il pomeriggio è un posto tranquillo e non c’è la fregola di liberare il tavolo. Ampie vetrate, comodi divanetti dove i bambini – tolte le scarpe - possono salire e saltare, personale cortese. Ottimo il caffè e per i piccoli la specialità è lo “schiumino” (tazzina di latte con schiuma e spruzzata di cacao)

Feltrinelli Ricordi Media Store, corso Buenos Aires 33 Tel. 02.2023361 Orari: lun-gio 10-20 ven-sab 10-22 dom e festivi 10-20. Non è mai presto per farsi una cultura musicale e scoprire i gusti dei bambini (dai 2 anni). Al primo piano del negozio ci sono le colonnine dove ascoltare novità e classici di ogni genere (rock, pop, jazz, classica). Le cuffie sono portata di bambino (la misura è un po’ abbondante ma tant’è) e il divertimento è garantito, oltre che gratuito. Ideale quando piove e fa freddo.

Facile – si fa per dire - salire e scendere alla velocità del fulmine da una pertica; facile volteggiare leggeri come gabbiani su una corda a qualche metro da terra; facile arrotolarsi e srotolarsi a mezz'aria come uno yo-yo. Facile fare tutto questo (e molto di più) se si è un acrobata dello stupefacente Circus Oz. Ma come si fa a fare un numero da circo con un'aspirapolvere? Eppure i performer della compagnia australiana ci riescono, eccome, lasciando il pubblico a bocca aperta. Vedere per credere. Teatro degli Arcimboldi, fino al 28 dicembre (sab e dom doppio spettacolo; tel. 02.25.51.774); i biglietti 10-30 € con agevolazioni.

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