Jane Goodall, la bambina che amava gli animali
Quando Jane Goodall, la naturalista che ha dedicato la vita allo studio e alla difesa dei primati e oggi icona mondiale dei movimenti animalisti, è venuta a Milano a parlare della sua infanzia, delle sue scoperte scientifiche e del suo impegno nell’educazione delle nuove generazioni, Milanoperibambini era in sala ad ascoltarla.
L’incontro comincia con i ricordi delle prime esperienze a contatto con la natura, tra vermi e galline, sotto lo sguardo rispettoso di una madre che asseconda da subito questa passione senza mai ostacolare o rimproverare, nemmeno quando Jane porta in casa manciate di lombrichi (mamma Vanne si limita a commentare: “Immagino che ti stia chiedendo come fanno a muoversi senza le gambe”) o quando, a soli quattro anni, sparisce per ore e nessuno riesce a trovarla perché lei si è nascosta nel pollaio per vedere con i suoi occhi una gallina che depone un uovo.
Quando i bambini le chiedono come si fa a diventare scienziati, la sua ricetta è chiara: “Bisogna essere curiosi, fare molte domande (e non fidarsi delle risposte, quindi cercare di verificarne la veridicità), non arrendersi mai, essere pazienti e cogliere al volo ogni opportunità. E bisogna anche avere i genitori giusti.”
Infatti quando, a soli 23 anni, l’opportunità arriva e Jane trova lavoro in Tanzania, la madre non la ferma. A quei tempi Jane non ha ancora in mente una carriera scientifica. Vuole solo stare con gli animali e possibilmente con gli animali africani. Lavorare come segretaria per Mary Leakey (sì, proprio la Mary Leakey che scoprì la celebre Lucy, l’Australopithecus africanus) le sembra un ottimo punto di partenza.
Il resto è storia nota… o facilmente leggibile in rete. Jane accetta la proposta di trasferirsi nella riserva di Gombe per osservare gli scimpanzé e nel giro di pochi anni le tre "regine della primatologia" (Jane con gli scimpanzé, Dian Fossey con i gorilla e Biruté Galdikas con gli orangutan) riscrivono tutto quello che sappiamo sui grandi primati, uomo compreso. Ma non solo. Seppelliscono gli approcci freddi e distaccati del passato e portano avanti una scienza nuova, fatta anche di sensibilità e compassione per il mondo animale, come testimonia questo filmato emozionante, girato durante la liberazione di un esemplare.
Oggi Jane Goodall, nominata Messaggero di Pace ONU, promuove il rispetto e la protezione della natura attraverso il Jane Goodall Institute e il programma educativo per bambini e ragazzi chiamato Roots & Shoots (radici e germogli), disponibile gratuitamente per le scuole che ne fanno domanda.
Merita un grande ringraziamento l'Unione Buddista Italiana, che ha organizzato l'incontro e dedicato un numero speciale della propria rivista proprio al tema della riconnessione con la Terra e agli esseri senzienti. (pdf)