La bambina che dipingeva le foglie
Dall’anno in cui si svolse il primo Silent Book Contest – concorso internazionale ideato nel 2013 – i libri che fanno a meno delle parole sono sempre più numerosi. Forse perché, come scrisse Duccio Demetrio, «scrivere il silenzio è allontanarci dal vocìo insistente e dagli assalti indebiti di ogni frastuono.»
Così gli albi che affidano la narrazione delle storie alla forza delle immagini hanno una magia che incanta tutti. Come “La bambina che dipingeva le foglie” (Albe Edizioni) che presenta una particolarità: se le immagini di Paolo Proietti creano il percorso di un racconto a cui ogni lettore può dare voce secondo la propria fantasia, capovolgendo il libro, le parole di Erica Arosio prendono il posto delle immagini, dando vita a un testo poetico e delicato.
Tutti i giovedì su TuttoMilano (La Repubblica) Giovanna Canzi
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