Intervista a Laura Nacci - La bottega dei segni

Intervista a Laura Nacci - La bottega dei segni

Quando si parla di ufficio stampa si pensa sempre a grandi investimenti, feste, vip e mega eventi... è realmente così?

Fino a una decina di anni fa, sì. Erano soprattutto le grandi aziende o le PA a investire in pubbliche relazioni, un po’ per motivi economici (avevano spesso costi proibitivi!), un po’ perché si pensava che solo i “grandi nomi” potessero finire sui giornali. Ora, complice la moltiplicazione dei media, rapidissima e in continua evoluzione, le cose sono cambiate. Tutti (mi piace molto pensare che sia veramente così!) possono avere visibilità su quotidiani, magazine online, blog, social network… E alla luce di questo, in Bottega abbiamo iniziato, ormai da qualche anno, ad avere un’attenzione particolare per le piccole attività imprenditoriali: start-up, singoli professionisti, negozi… realtà che ci piacciono perché ricche di passione e di attenzione ai dettagli. E cosa c’è di più bello da comunicare?!

Quali sono le esigenze che le piccole aziende hanno a differenza delle grandi realtà?

Cercano (giustamente) qualcuno che li affianchi, che condivida con loro i progetti a cui tengono, che li sostenga, giorno dopo giorno. C’è una frase che in tanti, da quando ho iniziato a fare ufficio stampa in Bottega dei segni, mi dicono: “con voi mi trovo a casa, sento di avere dei colleghi che mi sostengono e lavorano insieme a me, non un account che lavora per me!”. E questa è la “filosofia” che ho trasmesso anche al mio team.

Da poco organizzate anche corsi di formazione: come vi è venuta questa idea?

La formazione è nel mio DNA. Sarà che sono figlia di docenti, sarà che io stessa lo sono stata per anni, sia al Politecnico che in Statale, qui a Milano; sta di fatto che, quando all’inizio del 2007 abbiamo aperto la società, dal notaio mi sono uscite spontanee queste parole: “non so se lo faremo mai, ma io vorrei aggiungere formazione alle nostre attività”. Ecco, sono passati un po’ di anni, ma finalmente ce l’ho fatta. Il mio sogno sta prendendo piede: “Formarsi in Bottega”  nasce così, dalla voglia di “aprire le porte” del nostro studio a tutti coloro che desiderano imparare a gestire da sé qualche aspetto specifico della comunicazione come il profilo professionale su Facebook o su Instagram, la newsletter o il proprio sito. Peraltro a costi abbordabilissimi! ;-)

Come è cambiato il tuo rapporto con il lavoro da quando è arrivata Benedetta?

Benedetta ha cambiato tutto. Anche il mio modo di intendere il lavoro. Prima vivevo letteralmente in ufficio, al telefono, al pc… ora lavoro anche di più ma diversamente.

Approfitto dei momenti in cui la piccolina dorme per rispondere alle mail o fare una telefonata e cerco di prendermi più tempo possibile per stare solo con lei, a casa. E poi la tecnologia aiuta tantissimo. Con uno smartphone, non dico che puoi fare tutto ma quasi! Anche per questo, da quando la mia bimba è nata, ho sentito l’esigenza di creare i brevi workshop pratici di cui parlavo prima; incontri in cui insegnare alle persone (quasi tutte mamme per ora, guarda che caso!!!) a sfruttare al meglio i canali di comunicazione, soprattutto i social network, per promuovere la propria attività. In fondo questi media, se li si conosce bene, sono molto efficaci e facili da gestire, anche quando si ha una bimba piccola come la mia.

Da mamma, cosa vorresti chiedere alla tua città?

Di essere più attenta, più sicura. Non nascondo che la cronaca degli ultimi tempi mi spaventa molto. Forse c’è bisogno di riscoprire il rispetto per le cose e per le persone. Sembra una banalità ma onestamente sono proprio le cose semplici e basilari che a volte vengono meno, creando episodi di cui tutti faremmo volentieri a meno.

Dove ti piace trascorrere del tempo con tua figlia e tuo marito?

Ovunque. Mi basta stare con loro, vivere la quotidianità. Sono fatta così.

Cosa vorresti insegnare a Benedetta attraverso il tuo lavoro e le tue scelte professionali?

Il lavoro è una parte importante della vita di chiunque. Sono tante ore ogni giorno, è inutile negarlo, e il messaggio che vorrei dare a Benedetta è quello che mio padre disse a me tanti anni fa: non importa che tu faccia il liceo classico, l’università, l’assegno di ricerca… fai quello che vuoi, ma fallo per davvero, con passione e impegno. Perché ci vogliono entrambi, in egual misura.

 

Bottega dei segni

Via G. Longhi 13, 20137 Milano
Tel. 02.39666650

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