Mamme e papà a Milano: Elisabetta Andreis
Forse ha sette vite, come i gatti. O almeno tre. Ha iniziato come consulente, proseguito come pubblicitaria e infine giornalista. Dopo undici anni in Reuters oggi, a 40, scrive per il Corriere della Sera e collabora con La7, le Invasioni Barbariche. Ha quattro figli, il maggiore di otto anni, e due incoercibili passioni: le periferie del mondo e il cinema.
Come è cambiato il tuo rapporto con Milano da quando sei diventata mamma? Cosa ti piaceva prima, cosa non ti piace più?
Essere genitore ti spinge a stringere i rapporti con i vicini: è piacevolezza e anche bisogno. Il quartiere diventa famiglia, si allargano i confini di casa. Milano, a dispetto delle obsolete “9 zone” che vorrebbero inquadrarla, vive, invece, molto sulle realtà del territorio e in questi anni, che per coincidenza sono gli anni del mio essere mamma, si sono sviluppate associazioni, iniziative di co-gestione, comitati e io da lì ho preso moltissimi spunti: babysitter in condivisione, pedibus, parchi meglio attrezzati (anche grazie all’opera dei genitori…). Mi piacciono ancor meno di prima le automobili e il traffico.
I tre luoghi preferiti dove trascorrere del tempo con il tuo/tuoi bambino/i?
Mi piacciono i luoghi all’aperto quindi direi:
1. In giro per i quartieri e al parco (Palestro più di tutti).
2. La biblioteca rionale.
3. Il cinema.
Ne aggiungo un quarto e un quinto, a dosi moderate: Hangar Bicocca e adesso (speriamo) anche MuBa.
I tre luoghi da evitare quando sei in compagnia dei tuoi figli
1. I locali troppo affollati.
2. I ristoranti cari e…
3. Le feste chiassose dei bambini, li accompagno e li lascio, poi li vado a riprendere, che se la cavino da sé tra pignatte e palloncini!!!
Di che cosa avrebbe bisogno la nostra città per diventare più family friendly?
Di ristoranti o circoli Arci spaziosi, buoni e a basso (bassissimo) costo, con buffet bambini, pennarelli e travestimenti… per la domenica a pranzo. Almeno tre in ogni quartiere!
Cosa invidi alle città all’estero?
I parchi secolari ed enormi, con anche parti e coperte attrezzate dove passare l’inverno. E gli asili nido più a basso costo.
Se non vivessi qui, dove vorresti stare?
Parigi, Roma o un posto in Bretagna, senz’ombra di dubbio. Ed è lì che passerò la mia vecchiaia.
Milano in un aggettivo
Solidale.
Intervista di Giovanna Canzi