Mamme a Milano: intervista a Federica Schwendimann

Mamme a Milano: intervista a Federica Schwendimann

Federica Schwendimann, dopo una Laurea in Lettere Moderne e una specializzazione in Terapeutica Artistica, ho condotto diversi laboratori artistico-creativi indirizzati sia a bambini, sia ad adulti presso strutture pubbliche e private dando vita all’associazione CreArtè, e affiancando questa attività a quella più istituzionale nella società di famiglia, che attualmente porto avanti. A ottobre 2011 sono diventata mamma di Emma e al momento è in attesa del suo secondo figlio.

 

 

Come è cambiato il tuo rapporto con Milano da quando sei diventata mamma? Cosa ti piaceva prima, cosa non ti piace più?

Da mamma il mio rapporto con la città è cambiato drasticamente. Prima di avere Emma giravo in lungo e in largo in motorino. Ero sempre fuori, uscivo direttamente dopo il lavoro e mi sentivo la città in mano. Adoravo quella sensazione che mi dava, mi sembrava di conoscere Milano come le mie tasche, mi sentivo sicura e tutto mi sembrava comodo e vicino.

Con carrozzina e pupetta al seguito ho iniziato a conoscere di più il mio quartiere (L’Isola) e a dimenticare il resto della città (soprattutto i primi tempi). Lato positivo: ho iniziato a camminare, camminare, camminare, (nel disperato tentativo di farla dormire un po’) e scoprire negozi, angoli e vie a cui non avevo mai fatto caso. Ho iniziato ad amare la mia zona come non mai, a sentirmi a casa anche a 1 km di distanza, perché quel percorso a piedi lo fai talmente tante volte al giorno che ormai conosci tutto e tutti. Lato negativo: ho cominciato a usare i mezzi pubblici e a scoprire le difficoltà alle quali si va incontro in una città che dovrebbe essere molto più avanzata da questo punto di vista. Invece ti ritrovi a doverti fare aiutare per scendere le scale della metropolitana, perché l’ascensore è rotto e da sola non ce la fai. O a dover aspettare l’autobus successivo, perché il tram che è appena arrivato è di quei modelli vecchi con le porte troppo strette per farci passare te, il passeggino e il tuo seguito di borse. Ora che Emma è un po’ più grande, quando devo andare un po’ più lontano anche con lei mi muovo direttamente in macchina, è vero non sarà tanto green ma è sicuramente più pratico. Risultato: le poche volte in quest’anno che mi è capitato di uscire dalle solite zone che bazzico quotidianamente con lei e fare un giro in centro o nelle vie che nella mia vita precedente mi sembravano casa, mi sono sentita una turista in terra straniera: ciò che conoscevo lo vedo con altri occhi, quello che è nuovo non lo riconosco più. Insomma da mamma dovrei rimettermi a conoscere la mia città.

I tre luoghi preferiti dove trascorrere del tempo con il tuo/tuoi bambino/i

1. Il parco giochi vicino a casa: un luogo in cui anche l’aria sembra diversa (anche se davanti ti sfrecciano macchine e autobus), ma solo il fatto che sia recintato e ci sia un po’ di verde mi fa sentire meglio, sia per me che per lei. E adesso che Emma sta iniziando a muovere i primi passi finalmente ci divertiamo insieme.
2. Casa dei miei genitori e dintorni: abitano in Paolo Sarpi (dove anch’io stavo prima) che adesso è diventata zona pedonale e con bambina al seguito è ancora più apprezzabile. In più mi piace vedere lei a casa dei nonni, mi ricorda me da piccola, mi piace farle scoprire le cose che anche a me piacevano di quella casa.
3. A zonzo in passeggino per le vie del quartiere: Emma ha un’età per cui apprezza ancora il passeggino (grazie a dio) e ormai per me e per lei farci i chilometri a zonzo alla scoperta di novità è una delle attività più rilassanti.


I tre luoghi da evitare quando sei in compagnia dei tuoi figli

1. Bar/Ristoranti della “MilanodaBere”: è praticamente impossibile riuscire a prendere un aperitivo o cenare con pupa al seguito (e non sempre per colpa sua poverina).
2. Mezzi pubblici all’ora di punta: già da sola stai male, con tua figlia al seguito ti viene proprio da piangere.
3. Certi marciapiedi, dove regna la sosta selvaggia o cantieri infiniti: insomma i percorsi sbagliati.

 

Di che cosa avrebbe bisogno la nostra città per diventare più family friendly?

PARCHI, PARCHI GIOCHI, PARCHETTI, AREE VERDI, PULIZIA, CURA PER LE PICCOLE COSE, tutto quello che potrebbe far stare meglio noi e i nostri figli. Quest’estate siamo stati in montagna un mese; quando siamo tornati e ho portato Emma al nostro parco giochi mi veniva da piangere: erba secca, sporcizia, cemento. Ero lì che la spingevo sull’altalena cercando di farla divertire ed ero la prima a provare tristezza.

MEZZI PUBBLICI MIGLIORI, Più PULITI, Più A MISURA DI MAMME: il posto per chi gira con la carrozzina è quello al centro, ma se non si ha l’abbonamento bisogna timbrare il biglietto e l’unica macchinetta dove lo si può fare è quella all’ingresso dietro il conducente: e secondo te io sull’autobus con 200 persone intorno lascio lì mia figlia, il passeggino, la borsa vado a obliterare e torno? Finisce che alla fine è molto meglio rischiare la multa.


Cosa invidi alle città all’estero?

Da quando è nata Emma non sono ancora andata all’estero, dunque non ho ancora potuto guardare con nuovi occhi un’altra città e trovare le differenze con la nostra. Sono sicura che alcune città come Londra o Berlino siano sicuramente più avanti in merito a pulizia, mezzi pubblici e  spazi all’aria aperta, più attente alle esigenze delle famiglie con figli di tutte le età.


Se non vivessi qui, dove vorresti stare?

Non so dove vorrei vivere se non stessi qui, in verità da nessun’altra parte, qui ho il mio cuore e le mie radici, e la convinzione che non ci vorrebbe così tanto per cambiare le cose. Ok se proprio dovessi scappare, andrei a vivere in montagna, d’estate prati verdi e mucche, d’inverno camino e giochi in casa.


Milano in un aggettivo

Disattenta

 

Intervista di: Giovanna Canzi

 

La rubrica Mamme a Milano è sponsorizzata da:

 

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