Mamme a Milano: intervista a Marta Dore

Mamme a Milano: intervista a Marta Dore

Frequentano scuole pubbliche con grande soddisfazione e amano Milano. Il mio compagno, architetto, è di Lodi, e fa “quello che Milano non gli piace”. Però intanto ci vive da circa vent'anni: qui ha studiato, si è innamorato ed è diventato padre. Che altro puoi chiedere a una città?

 

 

Come è cambiato il tuo rapporto con Milano da quando sei diventata mamma? Cosa ti piaceva prima, cosa non ti piace più?

Io sono diventata mamma 13 anni fa, e quasi non me la ricordo più come era la mia Milano allora! Certo, ricordo per esempio che andavo a bere l’aperitivo quasi tutti i giorni, in locali dove si poteva ancora fumare. Ecco, oggi non conosco più i locali “giusti”, dove fanno un buon negroni o un buon mohijto e mettono bella musica. Oggi, quando riesco a dedicarmi a questa abitudine così milanese, vado per lo più in luoghi comodi per raggiungere poi velocemente casa. Allora, pensando proprio all’aperitivo, direi che quello era un rito che amavo molto, a cui ho rinunciato subito quando è nato Simone, il mio primogenito, perché oltretutto allora i bar erano tutti camere a gas a causa delle sigarette che si fumavano liberamente. Il mio primo aperitivo con il nuovo bebè, infatti, era stato uno choc: non avevo mai notato quanto puzzasse l’aria tra le pareti di un locale pubblico. Oggi non è più così e si possono portare i bambini senza ritrovarseli intossicati. In compenso nella maggior parte dei bar dove vai con i figli piccoli, i gestori e i clienti per lo più ti guardano male, perché il bambino a Milano dà fastidio. Ma credo (spero) che le cose stiano lentamente cambiando…

 

I tre luoghi preferiti dove trascorrere del tempo con il tuo/tuoi bambino/i

Noi abbiamo la fortuna di avere una casa in campagna in condivisione con altri amici quindi per lo più nei weekend, il momento in cui possiamo davvero stare tutti insieme, ci rifugiamo là tra le colline. Quando però restiamo a Milano, ci piace andare:

1.     Al Pac, dove spesso ci sono mostre particolari, che possono essere apprezzate anche dai ragazzini o da bambini più piccoli.

2.     E poi lì dietro ci sono i giardini della Villa Reale, tra i più belli e ben tenuti di Milano.

3.     Un altro posto che sta diventando un ottimo luogo di aggregazione per le famiglie è la Rotonda della Besana, recentemente affidato al Muba. Ho grandi aspettative.

 

I luoghi da evitare quando sei in compagnia dei tuoi figli

È difficile per me rispondere perché ho figli che hanno età molto diverse. Con i due grandi (11 e  13 anni) mi sento di poter andare quasi ovunque e spesso prendiamo tutti insieme la bicicletta. Con il piccolo, 4 anni, evito i locali pubblici molto affollati o i musei più ingessati. Ma cerco di limitare le censure: il mese scorso per esempio sono addirittura andata con lui in bicicletta, nel senso che io avevo la mia bici e lui la sua (ha imparato ad andare senza rotelle e ne è molto orgoglioso). Certo ho fatto praticamente solo tragitti su piste ciclabili, però è stata una bella sfida e alla fine è andata bene così.

Di che cosa avrebbe bisogno la nostra città per diventare più family friendly?

Di piste ciclabili più numerose e realizzate meglio, più sicure. Ma mi sembra che lentamente questa esigenza venga recepita. Avrebbe bisogno poi di molti più spazi per il gioco dei bambini, e anche di una più attenta manutenzione di quelli che ci sono. Poi dovrebbe esserci un salto di mentalità nei milanesi stessi, che troppo spesso vedono i bambini solo come esseri urlanti e fastidiosi, mentre sono le condizioni in cui vengono messi a ridurli, a volte, così.

Cosa invidi alle città all’estero?

Quest’estate simo stati dieci giorni a Berlino e avevamo una casa in affitto nel quartiere a più alto tasso di bambini della città. Era come stare in un altro universo: ogni isolato aveva uno spazio giochi per i piccoli e ogni spazio offriva strutture diverse e di grande stimolo per loro. Il più delle volte poi di fianco ai castelli per i più piccoli, c’erano dei tavoli da ping-pong per i più grandi: bastava portarsi le racchette e la pallina e grandi e piccoli si potevano divertire nello stesso luogo. Ogni spazio poi aveva una grande sabbiera, dove i piccolini passavano un sacco di tempo a fare in autonomia giochi di manipolazione. Va detto che lì i giochi erano sempre intatti, nelle sabbiere entravano tassativamente soli i bambini (niente cani per esempio), e c’era un atteggiamento diffuso di rispetto per tutte queste strutture pubbliche, a cui purtroppo in Italia non siamo affatto abituati. Non solo: quasi ogni negozio aveva un angolo con tavolino e pennarelli per far giocare i bambini, mentre la mamma faceva acquisti e nei bar o nei ristorante nessuno si sognava di fare problemi se si entrava con dei bambini. Anzi. Per non parlare dei parchi della città: talmente grandi e fitti che ti dimenticavi di essere dentro una metropoli. Insomma, Berlino è un paradiso per le famiglie!

 

Se non vivessi qui, dove vorresti stare?

Ho risposto nella domanda precedente. Peccato solo per il clima, perché credo che in inverno faccia un freddo terrificante e che ci sia davvero poca luce. A parte questi due aspetti, a Berlino io vivrei da domani.

 

Milano in un aggettivo

Promettente. (Io, almeno, ci voglio credere)

 

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