La mostra Hokusai, Hiroshige, Utamaro raccontata da MilanoalQuadrato (e figli)

La mostra Hokusai, Hiroshige, Utamaro raccontata da MilanoalQuadrato (e figli)

Io l’ho fatto e devo dire che è stato molto divertente, soprattutto durante la visione di un tutorial in cui si racconta di come si costruiscono i supporti e gli strumenti per realizzare una stampa, come quelli che la mostra offre, e che sono stati realizzati nella maggior parte dei casi due secoli fa.

Non posso innanzitutto, tralasciare il fatto che tutti, grandi e piccoli, si troveranno davanti ad un uso favoloso del colore:

alcuni pigmenti, che se a prima vista, sembrano stesi con la tecnica dell’acquarello, sono invece il frutto di stampe xilografiche, cioè realizzate tramite supporti lignei (spesso tavole di ciliegio) scavati e incisi secondo precisi disegni e poi impressionati con zone di colore anche con più passaggi consecutivi. E’ vero che ciò permette di avere più copie di una stessa stampa, ma il tempo di realizzazione di un tale manufatto è davvero impressionante e frutto di maestria e pazienza, tipica di un orientale.

Inoltre siamo alla presenza di soggetti antesignani dei fumetti manga odierni, così come racconta bene una sezione della mostra.

Per i più piccoli inoltre gli organizzatori hanno previsto anche un laboratorio didattico, dove poter provare alcune di queste tecniche.

Ma a me qui, al di là del raccontare un’esperienza che mi ha molto colpito e affascinato, mi interessa fermare l’attenzione su un aspetto del Giappone moderno: quando cioè, alla fine dell’Ottocento, fu letteralmente investito dalla cultura e dalla tecnologia occidentale, che con i propri rappresentanti diplomatici e commerciali, si presentava presso la corte del più illuminato degli imperatori, certo Meiji Tennò, per esportare prodotti e tecnologia.

Questa storia peraltro è ben raccontata dal famoso film “L’ultimo samurai” con Tom Cruise, dove parte del paese del Sol Levante, soprattutto la casta dei guerrieri (samurai) della vecchia generazione, si sentì letteralmente investito da uno tsunami che avrebbe cambiato il paese per sempre: ed è questo quello che racconta anche l’opera più famosa di questa mostra la famosa onda di Hokusai.

E mentre tutto cambiava, i nostri tre artisti Hokusai, Hiroshige, Utamaro (esponenti della corrente del “mondo fluttuante”, ukiyo-e, come si dice in giapponese), cristallizzavano, bloccavano in alcune significative immagini, riti, paesaggi e tradizioni di un Giappone che non sarà mai più così.

E’ inutile dire che, inconsapevolmente, come tutte le cose che cambiano e diventano qualcos’altro, ciò influenzò molti artisti occidentali ad iniziare dagli Impressionisti e lanciò in Europa la moda del Giapponesismo, che tanta eco ebbe su mobilia e architettura anche nel ‘900.


Da non perdere!

"HOKUSAI, HIROSHIGE, UTAMARO" 
Luoghi e volti del Giappone che ha conquistato l’Occidente
Dove: Palazzo Reale, Milano, fino al 29 gennaio 2017

 

A cura di:

 

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