La toccante e vera storia della Repubblica dei Bambini

La toccante e vera storia della Repubblica dei Bambini

 

Abbiamo accennato nello scorso appuntamento di Ciabattine Piccine, in occasione del Giorno della Memoria, che poi ora si è trasformata in Settimana della Memoria, di un particolare episodio che alla fine della II Guerra Mondiale ha toccato la nostra città e ha dato vita ad un’esperienza straordinaria per alcuni bambini reduci dalla Shoah. Oggi, vi proponiamo, con l’apprestarsi della settimana bianca, l’invito a recarvi nella meta sciistica, dove quella storia di solidarietà ebbe un lieto fine: Selvino (BG).

Ma facciamo un passo indietro: vi ricorderete come con la fine del conflitto bellico e con la liberazione della città dalla tirannia nazi-fascista il CNL (Comitato di Liberazione Nazionale) concesse in uso alla Comunità Ebraica di Milano la sede del Gruppo Rionale Fascista "Amatore Sciesa" in via Unione 5, nei locali di Palazzo Odescalchi. Qui con l'aiuto dei soldati della Brigata Ebraica inquadrata nell'Esercito Britannico, la Comunità si impegnò nell'accoglienza dei sopravvissuti alla Shoah, provenienti soprattutto dell'est Europa, nella speranza di trovare la via per la Palestina. Gli spazi a disposizione però, per il grande afflusso di bisognosi, ben presto risultarono insufficienti. L’allora presidente della Comunità ebraica, Raffaele Cantoni, insieme ad alcuni ufficiali della Compagnia "Solel Boneh" del Genio Reale Britannico, si rivolsero al biologo Luigi Gorini, un socialista già impegnato nella resistenza che era stato investito del compito di gestire una sorta di sanatorio per i bambini gracili della città, la Sciesopoli di Selvino.

Alla Comunità di Milano fu data quindi la possibilità, dal settembre 1945, di utilizzarlo per l’accoglienza dei soli ragazzi ebrei scampati alle persecuzioni.

Si trattava di un'ex colonia montana fatta costruire tra il 1924 e il 1934 dallo stesso Gruppo Rionale Fascista, per ironia della sorte, all’arch. ebreo Paolo Vietti Violi (1882-1965), specializzato in particolare in impianti sportivi, tra i quali l'Ippodromo di San Siro (1910-23) e il Palazzetto dello Sport (1922). Grazie all'aiuto di alcune organizzazioni ebraiche, la colonia già destinata ai balilla e agli avanguardisti, diventò così il luogo del ritorno alla vita degli orfani sopravvissuti al nazismo e al fascismo. In totale furono circa 800, i bambini e ragazzi ebrei che, fino al 1948, passarono per Selvino prima della difficile e avventurosa emigrazione verso la Palestina, ancora sotto mandato britannico.

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a cura di Ciabattine

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