Bambini a tavola: scegliere sì, decidere no
A tavola è possibile rispettare i desideri e i gusti dei bambini senza per questo abdicare a ogni richiesta o rinunciare al nostro ruolo di genitori. Per farlo, può essere utile distinguere tra “decidere” e “scegliere” il menu. La decisione è un’assunzione di responsabilità e naturalmente quando la decisione riguarda il cibo, questa responsabilità ha una ricaduta sulla salute.
Se chiediamo ai bambini “Che cosa vuoi mangiare?”, di fatto stiamo delegando a loro una decisione difficile, che invece spetta a noi.
È evidente, per esempio, che loro non hanno le competenze necessarie per prendere decisioni corrette: non sono tenuti a conoscere l’importanza delle fibre alimentari o i rischi connessi al consumo di alimenti che contengono grassi idrogenati. Quelle sono informazioni che dovrebbero essere chiare a noi.
Se vogliamo abituare i bambini a compiere scelte semplici, possiamo invece adottare una strategia migliore: metterli di fronte a un paio di opzioni preselezionate: “Per cena ci sono le uova. Cosa ne dici, le facciamo alla coque o strapazzate?” Oppure: “Oggi al tuo yogurt possiamo aggiungere i fichi o il muesli; cosa preferisci?”.
La possibilità di scegliere è uno stimolo a confrontare e valutare il cibo, ad assumere un ruolo più attivo e creativo al momento del pasto e insegna a giudicare gli alimenti con tutti i sensi (consistenze, temperature, aromi) anziché solo con la vista o il gusto.
"La cucina non è solo un gioco o un passatempo: è una cosa seria, un'attività di grande valore educativo e affettivo, alla portata di ogni famiglia, che fa bene sia ai bambini sia a noi genitori"
Di Federica Buglioni