Baby food confezionato o alimentazione homemade? Ne parla RAI3
Per trarre vantaggio da questo contesto, in cui qualsiasi abitudine alimentare viene considerata sbagliata e pericolosa dalle altre tribù, l’industria ha smesso di pubblicizzare il baby food come soluzione per semplificare la vita affannata dei neogenitori lavoratori e ha ritenuto che fosse più conveniente promuovere i suoi prodotti toccando il tasto sensibile delle nostre insicurezze, delle nostre paure.
La nuova strategia? Incoronarsi “garante” di un’alimentazione sana e sicura, fatta d’ingredienti “controllati” e calibrati alla perfezione, come se fossero farmaci.
Il cibo, però, non è un farmaco ed è bene ricordarlo sempre. Mangiare, specie nell’infanzia, è una complessa esperienza sensoriale, culturale e affettiva alla base della quale c’è la relazione tra grandi e piccoli. Ed è proprio di calore, tradizione, cultura famigliare e meravigliosi errori umani che è pieno il cibo di casa che alimenta il corpo, il cuore e la mente dei nostri bambini.
Comprare baby food non è sbagliato: sbagliato è credere che sia migliore del nostro.
Mi occupo da molti anni di educazione alimentare e vedo che nel lungo periodo che va dai 4 ai 10 anni, i bambini tendono spesso a restare arroccati su pochi sapori già noti. Aiutarli ad aprirsi alle differenze e alle novità è un lavoro quotidiano lungo e faticoso (ma alla fine premiante!). Proprio in vista della fatica che verrà, è bene investire fin dalla prima infanzia in un’alimentazione non omologata, dove i bocconi non siano mai gli stessi, come avviene quando il cibo è fatto in casa. Se poi, di tanto in tanto, siamo costretti a ripiegare sul cibo confezionato, facciamolo senza sensi di colpa.
Al baby food è dedicata la puntata di “Indovina chi viene a cena”, andata in onda su RAI3 lo scorso 21 novembre.
Dal minuto 18.45 vedrete anche me, impegnata in un laboratorio di gnocchi che si è tenuto nelle scorse settimane presso La Locomotiva di Momo, una delle nostre eccellenze cittadine. E soprattutto vedrete un meraviglioso gruppo di papà, impegnati a cucinare serenamente con i loro bambini di due e tre anni, creando un cibo non solo “adeguato”, ma anche ricco di affetto, calore e condivisione.
Ecco il testo del comunicato stampa di RAI3:
Nella puntata di "Indovina chi viene a cena", in onda su Rai3 lunedì 21 novembre alle 21.05, si parla di uno dei settori più remunerativi del panorama industriale mondiale, gli alimenti per i bambini della prima infanzia (da zero a tre anni), nati come semplice alternativa a quelli freschi e più comodi per le mamme lavoratrici, sono oggi consigliati anche dai pediatri perché a loro parere sono migliori da un punto di vista nutrizionale rispetto ai cibi freschi, e anche più sicuri. La nostra indagine ha cercato di capire se è veramente sempre così, visto che questo prodotti hanno cresciuto intere generazioni a partire dagli anni 60’, dai figli del boom economico e demografico, i primi “assaggiatori” diventati da adulti anche fedeli acquirenti di quei marchi, che oggi non producono soltanto cibi specializzati per l’infanzia.
di Federica Buglioni
foto credit: Frédérique Voisin-Demery | Valentina Yachichurova
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