Olio di palma e merendine furbette

Olio di palma e merendine furbette

Alla fine le aziende italiane si sono arrese. Dopo avere investito una fortuna in pubblicità e comunicazione per convincerci, senza successo, che l’olio di palma fosse sicuro e che le piantagioni sostenibili offrissero garanzie sufficienti contro i rischi ambientali connessi alla coltivazione, all’improvviso tutto è cambiato. Con un ipocrita dietrofront, l’industria alimentare ha indossato i panni del salutismo e ora il claim “senza olio di palma” è diventato il nuovo tormentone, onnipresente in tv e sulle confezioni.

Si sa, d’altronde, che i genitori italiani già da anni fanno la spesa concentrandosi più sugli ingredienti assenti (“senza zucchero, senza conservanti…”) che su quelli presenti e che la maggior parte dei consumatori non chiede quali grassi - migliori o peggiori? - stiano sostituendo il demonizzato olio di palma così come non si chiede che cosa dolcifichi i prodotti “senza zucchero” o che cosa renda soffice una merendina “naturale” avvolta da etti di plastica, carta e stagnola, che si può conservare in dispensa per mesi e mesi.

Il marketing è uno specchio che ci invita sempre a deviare lo sguardo verso illusioni rassicuranti.

In effetti in questa vicenda una voce fuori dal coro c’è ed è una voce importante. Ferrero ha annunciato che non modificherà la ricetta della Nutella, nella convinzione – condivisa anche da una parte della comunità scientifica - che l’olio di palma non sia un alimento dannoso per la salute e che le piantagioni sostenibili siano una realtà sufficientemente affidabile. Ferrero sa anche che la diffidenza verso l’olio di palma è un fenomeno tutto italiano mentre all’estero il dibattito è aperto con toni pacati. Intanto d’ora in avanti che affonda il dito nella crema spalmabile dovrà convivere col dubbio di avere acquistato una tomba ecologica e non solo una bomba calorica.

La morale della favola è semplice: capire l’effettiva qualità del cibo che l’industria propone per i nostri bambini è difficile, talvolta impossibile.

Personalmente, quando mi sento disarmata di fronte alle sempre più insistenti promesse salutistiche, mi rifugio nel consiglio del buon Michael Pollan, che ci ricorda, nel dubbio, di non mangiare nulla che la nostra nonna non avrebbe mangiato, e cioè cibo vero, meglio se poco, con una prevalenza di vegetali.

 foto credit Jaro Larnos


"La cucina non è solo un gioco o un passatempo: è una cosa seria, un'attività di grande valore educativo e affettivo, alla portata di ogni famiglia, che fa bene sia ai bambini sia a noi genitori"

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