Quando il rifiuto del cibo coincide con l'inserimento a scuola

Quando il rifiuto del cibo coincide con l'inserimento a scuola

Il momento in cui nelle scuole dell’infanzia – dai nidi alle elementari – suona la campanella che annuncia il pranzo può essere vissuto da alcune insegnanti e da alcuni bambini come un vero incubo. 
In mensa è possibile assistere alle scene più disparate che sovente vengono riportate con disperazione dagli adulti e che rimandano al rifiuto dei piccoli e all’insistenza dei grandi.

Occorre tenere presente che l’ingresso a scuola è generalmente la prima concreta esperienza che il piccolo fa di un concreto e lungo distacco dalla madre e dall’ambiente familiare. Questo delicato momento implica una fatica per il bambino che, a volte, può utilizzare il cibo come mezzo per esprimere tale impegnativo compito, legato alla nostalgia di casa, alla paura di essere abbandonato in un luogo sconosciuto e poco familiare e al dubbio rispetto alla ‘bontà’ e al potersi fidare delle maestre e dei compagni.

È come se il bambino, il primo giorno davanti al cancello della scuola, pensasse: «Mi fido o non mi fido?»

Varcata, spesso tra lacrime e titubanza, la soglia del portone, ecco che al piccolo appare un mondo nuovo fatto di giochi, colori, bambini sconosciuti e maestre, e diventa così un piccolo esploratore curioso e intimorito rispetto alle novità che lo aspettano. La scoperta di ciò che fino a poco prima era ignoto passa attraverso i sensi del bambino: gli occhi e le mani per guardare e toccare ciò che c’è di nuovo ma anche la bocca per accogliere. Sappiamo infatti che attraverso la bocca i bambini esplorano, conoscono e si aprono al mondo esterno. Mangiare implica dunque, oltre alla soddisfazione di un bisogno, la disponibilità o meno ad accettare qualcosa di esterno, qualcosa che arriva dall’altro all’interno di una relazione.
La fatica iniziale dei bambini ad accettare l’evento nuovo – ossia la scuola – può quindi affiancarsi al rifiuto o alla scarsa disponibilità nell’accettare l’offerta di cibo in un luogo nuovo, ancora da conoscere per potersi fidare e affidare.

Capita spesso, infatti, che temporanei periodi di inappetenza, di selettività alimentare o di vero e proprio rifiuto del cibo, si manifestino in concomitanza con l’inserimento del bambino al nido, alla scuola materna o alle elementari.

Ed è proprio negli adulti che il piccolo può trovare una risposta rispetto alla sua domanda «Mi fido o non mi fido?». La qualità del sostegno che gli adulti ‘di casa’ (genitori, nonni, baby sitter) danno al bambino rispetto all’entrata nel luogo scolastico, per esempio stimolando la curiosità del piccolo attraverso i loro racconti rispetto al mondo della scuola, e alla fiducia che loro stessi hanno nel luogo e nelle persone che lì troverà gioca un ruolo importante rispetto alla modalità con cui il bambino affronterà tale nuovo impegno.

Capita che siano proprio le paure e le ansie genitoriali, inizialmente comprensibili, a rendere complicato il processo di inserimento del bambino: per ogni madre affidare il proprio figlio alle cure e alla responsabilità di qualcuno, diverso da sé, è un compito molto faticoso. Tuttavia se i genitori per primi non dimostrano di avere fiducia nelle insegnanti, difficilmente ne avrà il bambino.

Ed è proprio la mensa il terreno fertile per gli scontri tra famiglia e istituzione scolastica, soprattutto a causa della difficoltà a conciliare il ‘patto educativo’ tipico di ogni famiglia (i valori, le regole, le tradizioni familiari che ruotano intorno al cibo) con le linee guida nutrizionali che la mensa scolastica impone.
È chiaro che, per ragioni che vanno al di là dell’oggettiva bontà del cibo, i piatti preparati dalla mamma non saranno mai come quelli proposti al bambino in mensa: per fortuna però nel tavolo della mensa scolastica oltre al cibo c’è in gioco altro!

Il gusto di mangiare, di assaporare pietanze differenti da quelle della tradizione familiare, cogliendone il nuovo colore, la consistenza, il profumo; il piacere di condividere e di ricevere il cibo insieme ad altri e infine le regole dello stare a tavola, che implicano, per esempio nuove gratificazioni da parte delle maestre, possono facilitare e pacificare le titubanze del piccolo.
Dunque la scuola promuove l’introduzione di altri elementi che vanno ad affiancare la catena ‘cibo-amore’ che il bambino apprende tra le mura domestiche: ‘cibo-amore-gioco-convivialità’.

L’entrata nel sociale implica dunque anche il passaggio dal tavolo della famiglia alla mensa collettiva: il momento del pasto a scuola diventa qualcosa di nuovo da accettare e da imparare insieme ai compagni e alle insegnanti.

a cura di Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus

foto credit: Sharon Mollerus

Segnaliamo:

 

 

Ingresso gratuito

 

Iscriviti alla newsletter

Restiamo in contatto:

resta aggiornato sulle attività da svolgere nel tempo libero a Milano con i bambini  e ricevi nostri post di approfondimento.

Risorse gratuite da scaricare

Pappa d'asilo

Pappa d'asilo

Le migliori ricette dell’asilo, da preparare a casa

cucina sicura

Cucina sicura

Una guida in formato pdf sul tema della sicurezza in cucina

Montessori in cucina

Montessori in cucina

Un ampio estratto del libro 60 attività Montessori in cucina

foglia di salvia

Foglia di salvia

Viaggio intorno a una foglia di salvia: scarica il pdf gratuito

Milano per i bambini 
di Marcella Marraro
P.IVA 01873080996
E-mail: info@milanoperibambini.it