Inizia la scuola, preoccupazioni per l'inserimento alimentare

Inizia la scuola, preoccupazioni per l'inserimento alimentare


Da poco hanno riaperto i battenti asili nido, scuole materne, scuole elementari e per alcuni bambini si tratta di affrontare la prima concreta esperienza di distacco dalla madre e dall'ambiente familiare. Per i piccoli, ma anche per le loro mamme, questo è un momento difficile, in cui si sperimentano ansie, timori… A cura dell'associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus

 

PREOCCUPAZIONI PER L’INSERIMENTO ALIMENTARE DEI PICCOLI

Da poco hanno riaperto i battenti asili nido, scuole materne, scuole elementari e per alcuni bambini si tratta di affrontare la prima concreta esperienza  di distacco dalla madre e dall'ambiente familiare.

Per i più piccoli del nido e i bambini dell’asilo, anche la mensa scolastica può diventare luogo di esperienza e di crescita, dove si impara a mangiare, ma soprattutto si acquisisce il valore della convivialità, saper stare insieme, condividere con gli altri.

Eppure, a volte, è proprio sulla pappa della scuola che si scatenano dubbi, paure, gelosie,  da parte delle figure genitoriali.
Il mio bambino non mangia il pesce, come farà il venerdì?
Perché gradisce il minestrone della cuoca e il mio no?
In fondo, potrei farlo pranzare a casa…non sarà egoismo da parte mia lasciarlo all’asilo fino alle quattro?

 

La fatica a fidarsi di un luogo nuovo

La bocca non serve solo per nutrirsi, ma per i bambini è lo strumento per esplorare e  conoscere il mondo.
E i bambini imparano presto ad accettare o rifiutare il mondo: girando la testa davanti al biberon, oppure tenendo la bocca chiusa o buttando fuori la pappa, o al contrario, mangiando tranquilli.

Mangiare implica dunque, oltre alla soddisfazione di un bisogno, la disponibilità o meno ad accettare qualcosa di esterno, qualcosa che arriva dall'altro all'interno di una relazione.
Ma per incorporare un cibo, metterlo dentro di sé, è necessario sapersi fidare.
Ma come acquistare questa fiducia?
Grazie alla mamma, che svezzando il bambino, svezza anche se stessa dal rapporto fusionale a due, ed è proprio a partire dalle prime pappe che si pongono le basi per la buona riuscita dell’inserimento alimentare del bambino a scuola.
Infatti una mamma che ha fiducia nel proprio istinto e nella capacità di dare da mangiare al proprio bambino, è una mamma che con semplicità saprà affidare questo compito anche al papà, ai nonni, alla tata, alle educatrici.


Le emozioni nel piatto

La qualità di ciò che mettiamo nel piatto del nostro bambino è sicuramente importante, ma lo è ancora di più il  “come” glielo proponiamo, le emozioni che accompagnano quello speciale momento relazionale che è il pasto.

Lo scopo principale, a casa come a scuola, non dovrebbe essere che il bambino mangi tutto; quel che conta davvero è la sua crescita armoniosa  e la sua salute. Infatti il cibo ha un valore e una dignità che va oltre a quel che contiene!

 

Inserimento: una fatica anche per le mamme!

Ma a volte le mamme si sentono in conflitto con la cuoca, l’educatrice, il menù e questo perché l’inserimento e la fatica del  distacco non lo affrontano solo i bambini!
Soprattutto le mamme che mandano i figli al nido o all’asilo per la prima volta, possono incanalare le proprie ansie e le emozioni legate alla separazione sul cibo, sul pasto, che è l’aspetto dell’accudimento del bimbo in cui hanno messo molto di se stesse, in termini di impegno e di amore.

Di grande aiuto è sicuramente parlare e condividere ansie e paure, innanzitutto con le educatrici, e poi con altre mamme!
E’ più che mai in questi momenti che le mamme hanno bisogno di sentirti supportate, comprese nelle fatiche che stanno affrontando, e questo lo vediamo molto bene anche noi a Pollicino.

Se le mamme hanno un ”luogo” dove portare le loro ansie, dove possono vederle e comprenderle senza spaventarsi, è più difficile che  le “servano” nel piatto ai propri bambini.

 

“Ha mangiato tutto?”

Il rapporto del bambino con il cibo è qualcosa che si inizia a costruire a partire dalla nascita, con il fondamentale aiuto di chi si occupa del suo accudimento.

Avere un “buon rapporto con il cibo” non significa mangiare qualsiasi alimento o finire tutto quello che c’è nel piatto.
Al momento del ricongiungimento, dopo la scuola, soffermarsi troppo o come prima cosa, su ciò che il bambino ha mangiato quando è fuori casa, porta con sé il rischio che il bambino si senta considerato più come un contenitore di proteine, carboidrati, vitamine etc.,  che una persona che ha trascorso tante ore facendo molte esperienze e vivendo intense emozioni e sensazioni.


L’insistenza rafforza la resistenza

Nel relazionarsi al cibo i bambini sono molto diversi: possono essere anche schizzinosi, inappetenti, diffidenti o semplicemente poco interessati al cibo, e non vanno forzati quando sono a tavola, perché l’insistenza genera resistenza e il rischio è che venga portato nel piatto un problema che non ha niente a che vedere con il cibo.

Per aiutare il piccolo, è molto importante accettare il suo bisogno di conoscere ciò che gli viene chiesto di introdurre dentro di sé: ecco allora che fargli conoscere i prodotti dell’orto, invitarlo a toccare e manipolare il cibo come si fa in molte scuole, proporgli di prepararlo e trasformarlo in pietanze insieme alla mamma o al papà, divengono ottime occasioni per superare timori e diffidenze: li aiuta, infatti, a passare da soggetti passivi nel prendere cibo, a persone autonome che sanno come mangiare e hanno i loro gusti.

E la mensa a scuola ha tra i suoi scopi proprio quello di allargare gli orizzonti culturali dei bambini.

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