Camminare (fuori porta) con i bambini, alla ricerca del cibo selvatico
Nove bambini su dieci detestano camminare e almeno la metà di quei nove è capace di simulare dolori vari pur di non muovere un passo. Camminare, nell’infanzia, non è un’attività fine a se stessa. Serve un obiettivo, uno scopo.
Il mio pretesto per riuscire a passeggiare insieme – e intanto osservare, scoprire, immergersi nella natura fino a sentirsene parte - è sempre stato la ricerca del cibo selvatico, che ora all’improvviso va di moda (se volete essere “cool”, chiamatelo “foraging”). Castagne e noci in autunno, more e lamponi d’estate, luppolo e ortiche (istruzioni e consigli qui e qui) in primavera: si comincia con piante facilissime da riconoscere (evitate funghi e bacche, non si sa mai…) e poi ci si può specializzare, magari chiedendo ai più anziani, acquistando libri o facendo un corso.
La nostra passione del momento è il luppolo, che si trova ovunque scorra un fiume, un torrente o una roggia. Riconoscerlo è facilissimo: le foglie somigliano a quelle della vite ma la parte che si raccoglie è solo l’apice del rampicante, i 10 centimetri in cima, che spesso cresce giusto ad altezza bambino. Una volta a casa, il luppolo va scottato qualche minuto in acqua bollente salata e poi saltato con olio e aglio (eventualmente tagliando tutto a piccoli pezzi), per condire un piatto di riso basmati, una frittata o quel che più vi piace. Il sapore è deciso e gradevolissimo anche per assaggiatori in erba.
di Federica Buglioni, Bambini in Cucina
foto credit ©DQmountaingirl
Di Federica Buglioni