La foto di classe: testimonianza di una presenza

La foto di classe: testimonianza di una presenza

Questa fotografia mancata potrebbe dunque divenire simbolo e segno di un’esperienza significativa che ha toccato nell’ultimo anno tutti i soggetti coinvolti nel processo educativo: la didattica a distanza. E il grande assente che questa porta con sé: la presenza fisica in classe.

Nonostante quindi la tecnologia sia stata fondamentale perché la scuola continuasse durante la fase pandemica, lo possiamo ora affermare per esperienza diretta: l’incontro online è un incontro intrinsecamente diverso da quello cui siamo abituati. Non soltanto perché l’incontro digitale è mediato da una barriera fisica, dai device, ma perché viene meno la presenza, il corpo – assumendo questo soltanto valenza d’immagine. Quando invece il legame umano e sociale, il soggetto stesso, cresce e si sviluppa a partire dall’incontro e dal contatto con il corpo dell’altro, che può attrarre o spaventare, farci sorridere o metterci in difficoltà. E questa mancanza si è fatta sentire.


foto di classe disegno
Francesco
, 9 anni, alunno di una scuola primaria di Torino, ha disegnato i suoi compagni di classe in posa (2020).

 

A questa assenza si sono poi aggiunte diverse fatiche, tra cui la difficoltà a coinvolgere efficacemente gli studenti, un aumento dello stress e della stanchezza per insegnanti, studenti e anche genitori, e ancora l’ostacolo del digital divide, ossia il gap che si crea tra chi ha la possibilità di utilizzare la tecnologia e chi ne è privo.

Ma se da un lato è utile riconoscere e riflettere sul valore della presenza, è importante andare oltre il limite del digitale, guardando anche alle opportunità che la didattica a distanza – che, ripetiamo, ha consentito alla scuola di non fermarsi – ha offerto. Le ricerche hanno infatti evidenziato come il rapporto con gli studenti si sia caratterizzato per un clima tendenzialmente positivo; come l’uso della tecnologia abbia permesso una continuità delle lezioni, aiutando a ordinare il tempo all’interno di giornate che scorrevano tutte uguali; e infine come la DAD sia ora considerata una risorsa da non accantonare nel tempo, ma da integrare ai metodi tradizionali.


L’anno appena trascorso insomma ha chiesto a tutti qualcosa in più, e spesso questo qualcosa in più era proprio di rinunciare all’incontro con l’altro. Non possiamo sapere se quest’anno ci sarà la foto di classe, ma quando si potrà scattare, forse questa sarà guardata con occhi diversi da tutti, come si guarda a un simbolo.
 
 
 
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