Dalla vigna di Leonardo agli orti in città

Dalla vigna di Leonardo agli orti in città


Il Borgo delle Grazie, e la vigna di Leonardo, si trovava ben fuori le mura. Nella vecchia mappa del periodo spagnolo è ben visibile come appendice costruita in basso.

Conviene allora raccontare dall’inizio questa storia, che è ormai leggendaria, soprattutto perché legata agli anni di vita che Leonardo da Vinci passò a Milano, alla fine del XV sec., chiamato dal duca Lodovico il Moro a risolvere una serie di questioni tecnico-ingegneristiche, nel quadro degli scambi commerciali e culturali tra corte medicea fiorentina e quella sforzesca milanese.

All’interno dell’attività svolta da Leonardo a Milano, che vantava anche interventi artistici, di spessore talmente elevato, da dar vita anche ad una vera e propria scuola, c’era, non ultimo l’affresco per il refettorio del convento domenicano di S. Maria delle Grazie, poi noto come Cenacolo. Sappiamo come il complesso sorgesse, in quel quartiere ribattezzato delle Grazie appunto: in realtà un piccolo borgo, l’unico fuori dalle mura, se tralasciamo quello degli Ortolani di ben altra natura, poichè diviene ben presto uno dei più importanti della città, per ricchezza e decoro.

Premeditatamente attraverso regalie e promozioni fondiarie, il duca lo promuove a luogo privilegiato, con nuovi insediamenti dei più fidi cortigiani degli Sforza: i Vimercati, gli Atellani, i Botta, i Guiscardi, gli Stanga, i Sanseverino. Pare che fosse addirittura collegato direttamente al Castello attraverso dei camminamenti sotterranei con i quali si potesse facilmente guadagnare la via per la campagna. In questo quartiere, con al centro proprio la chiesa bramantesca di S. Maria delle Grazie, Lodovico il Moro regala nel 1498 al suo fido ingegnere di corte, milanese d’adozione ormai, un terreno di quasi 10.000 mq coltivati a vigna, per lo splendido lavoro che aveva condotto anche al Cenacolo e soprattutto per non farlo sentire troppo lontano dai suoi vigneti fiorentini.

Ora della sorte e della posizione esatta di questo vigneto si erano perse le tracce da tempo: dalla confisca dei beni dei più fidi servitori di Lodovico il Moro, all’arrivo dei francesi (il fondo fu poi riottenuto da Leonardo solo dopo essersi messo a servizio di Luigi XII, re di Francia), fino all’edificazione stratificata dell’intero quartiere soprattutto dopo i devastanti bombardamenti del 1943. Sappiamo che doveva essere ubicato in un lotto alle spalle dell’attuale Palazzo delle Stelline, compreso tra l’attuale Via de Grassi e Via dei Togni, e che con un diritto di passaggio Leonardo o il suo fittavolo poteva raggiungere la vigna attraverso il giardino della Casa degli Atellani, poiché la Via Zenale a quel tempo non c'era ancora, seppur già vi fosse il progetto di collegare con un passaggio S. Vittore con l’attuale Corso Magenta (fu aperta solo nel 1506 sotto Luigi XII, molto probabilmente su consiglio dello stesso Leonardo, e chiamata per secoli Contrada delle Oche).

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