Bambini selettivi a tavola: il caso dei bambini che non masticano

Bambini selettivi a tavola: il caso dei bambini che non masticano

Molti genitori si rivolgono allo spazio consultoriale dell’Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus perché il proprio figlio “non mastica”. Un interrogativo al quale cercheremo di rispondere in questo articolo.  Innanzitutto, il rifiuto di masticare può riguardare bambini di diversa età: sia bambini piccoli, che fin dallo svezzamento manifestano una forte inibizione a masticare, preferendo invece cibi molto morbidi, e che sovente tornano a domandare il biberon, sia quelli più grandicelli (per esempio di quattro o cinque anni), che iniziano a rifiutare i cibi solidi, nonostante abbiano, da parecchio tempo, imparato a masticare.

Questo genere di comportamento può presentarsi occasionalmente anche in bambini sani, in situazioni di transitoria difficoltà. Non necessariamente rifiutare o evitare di masticare, di mordere, di sgranocchiare, si associa al rifiuto del cibo: spesso, infatti, i bambini che non masticano hanno una crescita corporea normale.

Con il loro comportamento, questi bambini comunemente disarmano sia i genitori che le educatrici di nidi e scuole d’infanzia; gli interventi strettamente educativi non solo sembrano poco efficaci, ma anzi, spesso, inaspriscono le difficoltà del bambino.
 

La fame e il comportamento alimentare sono una metafora dell’amore.

In una prospettiva psicoanalitica, la fame e il comportamento alimentare sono una metafora dell’amore. Infatti, non a caso, il riferimento all’alimentazione e alla fame è largamente presente nel linguaggio della passione, ad esempio nell‘espressione "ti mangerei di baci".
Inoltre, si sa come l'amore sia sempre intriso di aggressività, di odio, da cui la comune espressione "ti amo da morire". Dunque, se l'amore è per natura ambivalente, il rapporto con il cibo non può che essere intriso da altrettanta ambivalenza. In particolare, ingoiare e masticare (che costituiscono le due componenti del comportamento alimentare umano) rispecchiano le due direzioni opposte e complementari dell’amore.

Ingoiare e masticare: le due componenti spontanee del comportamento alimentare umano

La prima componente del comportamento alimentare umano, l’ingoiare, risale al tempo dell’allattamento, che si avvia per il tramite dell’attività di succhiare e deglutire. L’atto della suzione del neonato esprime una particolare posizione nei confronti dell’amore che si inaugura alla nascita: ossia, l’accettazione passiva dell’altro. Infatti, per poter succhiare e ingoiare, il neonato deve fidarsi dell’altro e accettare incondizionatamente ciò che viene dalla madre, quindi affidarsi a lei.
Poi, crescendo, il bambino inizia a mordere, a volte già prima che la bocca sia provvista di denti (si pensi al morso del seno del neonato), ma soprattutto dopo il periodo della prima dentizione. Mordere e masticare costituiscono dunque la seconda componente spontanea del comportamento alimentare umano.
 

L’aggressività insita nel morso

Mordere è un atto aggressivo: infatti la divorazione veicola l’aggressività tipica della posizione attiva nei confronti dell’amato, posizione che è sempre implicata nelle relazioni d’amore intense.
Nel suo percorso di crescita, il bambino necessariamente attraversa momenti di grande amore e attaccamento nei confronti dei genitori, alternati a momenti di odio e di aggressività. Anzi, è proprio nei confronti di chi più ama, cioè la mamma, che facilmente manifesta comportamenti aggressivi: l’intensità del conflitto è direttamente proporzionale all’intensità del legame.
 

Non masticare il cibo per garantire la presenza del proprio oggetto d’amore.

A volte, può accadere che l’aggressività percepita dentro di sè dal bambino possa alimentare un dubbio inquietante e insostenibile per il piccolo: ossia, la persona più amata, la mamma, saprà e potrà sopravvivere all'attacco rabbioso, feroce, oppure svanirà per sempre, o rifiuterà il piccolo aggressivo?
In questi casi il dubbio si insinua nel rapporto con il cibo e qui trova un’ immediata rappresentazione: diviene il dubbio sulla propria possibilità di mordere e masticare il cibo come soluzione infantile per garantire la vita e la presenza del proprio oggetto d’amore, la madre.
Allora i bambini che non masticano possono esprimere così una loro particolare e significativa paura o inibizione nella manifestazione delle componenti aggressive all’interno della loro relazione e storia familiare, che è bene cogliere e interrogare con grande attenzione.
 
Potrebbe interessarti:
Bambini e alimentazione, la rubrica curata dall' Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
 

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