Al giorno d’oggi capita sempre più spesso che, a causa dei numerosi impegni lavorativi e domestici, i genitori si trovino a dover chiedere aiuto per l’accudimento dei propri figli. Nella maggior parte dei casi, la scelta ricade sui nonni – qualora, chiaramente, questi ultimi siano disponibili e in grado di prendersi cura dei piccoli.

I nonni costituiscono una risorsa sempre preziosa nella crescita dei bambini e rispondono alla preoccupazione genitoriale di individuare una persona affidabile e sicura, in grado di favorire lo sviluppo sereno dei propri figli. Tra i genitori, in particolar modo la mamma, e la figura che si prenderà cura dei bambini deve instaurarsi infatti un legame di grande fiducia: prima di poter af-fidare il proprio bambino, la mamma deve potersi fidare degli altri che si prenderanno cura di lui.

La casa dei nonni, dove spesso i bambini trascorrono il tempo dopo la scuola, i weekend o le vacanze estive, è un luogo caldo e accogliente, un luogo affettivo ed educativo.

Proprio per questa ragione è importante che tra genitori e nonni ci sia coerenza rispetto al progetto educativo, dal momento che le divergenze possono confondere i più piccoli. I nonni, in un certo senso, si pongono come mediatori tra la necessità del bambino di gioco e leggerezza e il compito educativo del genitore, contravvenendo a qualche piccola regola e concedendo magari qualche vizio in più.

Non esistono dei modelli predefiniti per “fare i nonni” né delle indicazioni precise, ma è utile avere consapevolezza dell’importanza della propria influenza sullo sviluppo emotivo e psicologico del bambino.

La peculiarità di queste figure è quella di trovarsi al contempo fuori e dentro la famiglia “quotidiana” del piccolo: possono così diventare dei punti di riferimento nuovi per i nipotini, con cui confrontarsi per trovare saggezza e sicurezza, instaurando un legame di complicità, generosità e comprensione.

Un aspetto da tenere presente è che i nonni non devono sostituirsi a mamma e papà, imponendo quindi regole e metodi educativi propri nella crescita del nipote. Questo “sconfinamento di ruolo”, infatti, può generare una sorta di competizione tra i genitori e le rispettive figure parentali, oltre a sentimenti di gelosia. È bene quindi che al bambino venga trasmessa sia la preziosità sia la differenza dei diversi “ruoli”.

Oltre a questo, è sempre importante che il figlio non incontri la dimensione della delega genitoriale: il ruolo e la funzione di mamma e papà non possono essere delegati ad altri e, soprattutto, il bambino non è un pacchetto da “piazzare” da qualche parte in assenza dei genitori. Ascoltare le impressioni e i vissuti del bambino, farsi raccontare del tempo trascorso coi nonni confermano al piccolo il fatto che la sua opinione e il suo benessere sono nei pensieri e nel cuore dei genitori.

Il principale dono che i nonni fanno ai nipoti è il tempo, che va a integrare quello della quotidianità: impegni serrati e programmi definiti si interrompono e i nonni offrono così uno spazio di libertà in cui il tempo si dilata con il gioco e la lentezza.

L’incontro tra le due generazioni, poi, spesso avviene attorno alla tavola: ad esempio, si cucina insieme alla nonna e si ascoltano i racconti del nonno. È in questo modo che avviene la trasmissione di tradizioni, storie, piccoli aneddoti e segreti. In ragione del fatto che il tempo coi nonni scorre più lento, disteso e tranquillo, non è infrequente che i bambini siano più propensi a sperimentare nuovi alimenti proprio insieme a queste figure di riferimento. La tavola dei nonni, i piatti dei nonni sono infatti “piatti speciali”: piatti della tradizione, fatti a mano, piatti con una storia, a cui attribuire anche un valore affettivo.

In conclusione, i nonni rimangono un’importante risorsa affettiva per le nuove generazioni, risorsa che va coltivata e curata in quanto la speciale relazione con loro si fonda su gratuità e generatività, cioè sulla possibilità di trasmettere qualcosa lasciando lo spazio perché affiori anche qualcosa di nuovo.

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