Vedo tutto rosa! Educare a comprendere le emozioni attraverso il colore

Vedo tutto rosa! Educare a comprendere le emozioni attraverso il colore

 

Questo piccolo gioco potrebbe aver mosso in chi legge una sensazione particolare, un’emozione ed è proprio su quest’ultima parola – emozione - che si apre l’approfondimento di questo mese: l’intima correlazione tra colore e stati emozionali.  È consuetudine, nel linguaggio di tutti i giorni, sentir parlare di emozione in rapporto al colore: “Che giornata grigia!”, “Sono nero di rabbia”, “Vedo tutto rosa”; oppure di sentirsi particolarmente giù di morale dopo periodi di pioggia e, per contro, di percepirsi più dinamici ed energici in una giornata di sole. 

Questo accade perché i colori sono potenti attivatori di sensazioni, fantasie, immaginazioni, ricordi.

Ognuno di noi ha un colore affettivo preferito e un altro che suscita antipatia o addirittura repulsione; tutti scelgono con cura i colori che accompagnano il nostro vivere quotidiano: le pareti di casa, gli arredi. Insomma, i colori sono attivatori emozionali, come dimostrò lo psicologo svizzero Max Luscher nel 1949.

 


(foto: Sole, Nuvola e Tempesta. Bambini scuola primaria –quartieri popolari - Milano)        


Partiamo dal presupposto che le emozioni sono “amiche” dell’uomo. Sono infatti il termometro indispensabile che ci aiuta a comprendere come stiamo in una determinata situazione, se stiamo andando nella direzione rispondente ai nostri desideri, ai nostri bisogni (gioia, rabbia, disgusto) oppure se stiamo reagendo a una situazione di sofferenze (tristezza).

Le emozioni primarie si possono suddividere in emozioni di base - rabbia, paura, tristezza, gioia, sorpresa, disprezzo, disgusto - ed emozioni secondarie. Queste ultime sono originate dalle primarie e si sviluppano con la crescita dell’individuo e con l’interazione sociale: allegria, invidia, vergogna, ansia, rassegnazione, gelosia, speranza, perdono, offesa, nostalgia, rimorso e delusione. 

L’età dell’infanzia è l’unica durante la quale si vive un’esperienza esclusiva, profonda e diretta con la nostra parte emotiva. Ciò accade perché predominano le emozioni primarie: il bambino è nel pieno del processo d’incontro/scontro tra i propri desideri e ciò che il contesto sociale “richiede” attraverso la mediazione e la concertazione continua tra soggettivo e collettivo. Se educato al riconoscimento delle proprie emozioni, se sensibilizzato a una sana educazione emotiva, il bambino potrà utilizzare le proprie emozioni come un termometro emotivo utile per tutta la vita.

I colori stimolano e attivano stati emotivi e sono strumenti utili nei percorsi di educazione alle emozioni.

Per esempio, se si usano i colori caldi (rosso, giallo, arancione) dobbiamo sapere che questi suscitano attività, eccitazione, gioia di vivere, impulsività, collera; se invece si adoperano colori freddi (verde, blu, violetto) si origina passività, calma, inerzia, tristezza e malinconia, si induce alla riflessione.  

Uno degli studi più completi sui colori e sul loro valore simbolico fu analizzato dallo psicologo e psicoterapeuta junghiano Claudio Widmann. Questo lo vedremo nel prossimo articolo che accompagnerà una proposta, un percorso laboratoriale sull’educazione alle emozioni rivolto ai più piccoli. Imparare a conoscere le nostre emozioni – comprenderle, separarle, identificarle – ci permette di tenere una porta aperta, un ponte con i nostri desideri e bisogni, per questo è necessario sin da piccoli interrogarsi sul riconoscimento e sulla funzione delle emozioni. Saper gestire al meglio le emozioni è funzione imprescindibile per affrontare con più consapevolezza e determinazione il nostro quotidiano.

Approfondimenti:
Lo psicologo svizzero Max Luscher nel 1949 costruì, dopo una lunga disamina, un test psicologico basato sulla valutazione del soggetto in relazione al riconoscimento, alla preferenza o al rifiuto di determinati colori. Il test venne usato come strumento psicodiagnostico per fare emergere stati psichici inconsci dei soggetti in cura: i colori attivavano parti proiettive inconsce di difficile accesso al mondo consapevole. Dopo gli studi dello psicologo Svizzere vi furono altri professionisti che iniziarono ad utilizzare nei percorsi di cura il colore e ad approfondirne la correlazione con le emozioni.

Le emozioni sono “processi complessi e multifattoriali in quanto costituiscono la sintesi fra la valutazione della situazione” che si sta vivendo “l’attivazione dell’organismo (arousal) dell’organismo, l’espressione (o manifestazione) delle risposte emotive e la prontezza all’azione…l’emozione è un processo unitario e articolato secondo diversi livelli (biologico, psicologico, sociale) che può essere sintetizzato nell’espressione di esperienza emotiva” Anolli, 2002

 

Francesca VavassoriFrancesca Vavassori è Psicologa iscritta all'Ordine degli Psicologi Lombardia. Oltre alla formazione in Psicologia si è laureata in Scienze dei Beni Culturali ad indirizzo storico artistico. Dall’inizio del suo percorso di studi si è orientata alla conoscenza della relazione tra psicologia e immagine.

Contatti: Tel: 329-0738734 e-mail: info@psicologovavassorimilano.it
www.psicologovavassorimilano.it

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