Osservare, ascoltare e toccare
Non sono uno scienziato, non sono un entomologo, non sono un biologo. Nemmeno una guida ambientale. Ma ormai so che non serve nessuna preparazione specifica per stare nel mondo, nel bosco o sulla sponda del fiume, e osservare. Bisogna solo stare lì, abbassare il volume dei pensieri, degli schemi mentali, dei nostri continui (pre) giudizi e ascoltare nascere dentro di noi la meraviglia per le piccole cose che ci circondano. Lasciarsi catturare.
Ringrazio i bambini, i tanti bambini che in questi anni sono stati con me al fiume, in radura e nel bosco: loro, liberi di essere se stessi e senza la pressione del fare, mi hanno riportato a questa dimensione, alla gioia, alla curiosità, all’entusiasmo della scoperta.
Sono loro i veri maestri del “qui e ora” e dell’arte dell’osservare. Come se avessero una lente di ingrandimento magica sanno scorgere un minuscolo insetto verde sulla corteccia di un albero centenario a metri di distanza, sanno spostare enormi massi, certi che lì sotto c’è un gambero di fiume, sanno scorgere l’ultimo millimetro di un biacco in fuga tra i sassi dei muri a secco o una mantide religiosa mimetizzata su un filo d’erba nel pascolo. Tutte cose che io non vedevo da quando ero piccola.
E nascono così scoperte e storie che ci portiamo nel cuore per una vita intera.
Di Francesca Lanocita