Feste di compleanno e junk food: la mamma guastafeste
La statistica della mia esperienza personale - che a livello statistico non conta nulla - è la seguente: rapporto minimo 1 a 20. Per ogni genitore rompiscatole, infatti, ce ne sono almeno venti che trovano inconcepibile una festa che non sia a base di Nutella, Coca Cola, patatine, coloranti e caramelle rosa che si incollano ai molari. La loro ferma convinzione si basa su un’incontestabile certezza: vietare questi alimenti è pericoloso.
La banda dei 20 è convinta che l’assenza di junk food provochi nei bambini una specie di “trauma da privazione” destinato a innescare poi, negli anni dell’adolescenza, un’irrefrenabile fame di trasgressività. Parafrasando il noto proverbio, per loro è “meglio un bicchiere di coca oggi che una pista di coca domani”.
Oggi che i miei ragazzi - figli e nipoti - sono cresciuti e che li vedo serenamente attenti alle loro scelte alimentari, con un palato colto e capace di apprezzare la qualità al primo assaggio, ho finalmente la prova che la banda dei 20 aveva tragicamente torto: il trauma da privazione non esiste e mangiando cibo di qualità s’impara davvero ad amarlo e a goderne.
Sono più convinta che mai che le feste possano essere momenti al tempo stesso felici ed educativi e che associare, nella mente dei bambini, i marchi e i sapori del junk food a tutte le celebrazioni più importanti della loro infanzia sia un errore fatale.
Di Federica Buglioni
foto credit: SAM CHURCHILL
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"La cucina non è solo un gioco o un passatempo: è una cosa seria, un'attività di grande valore educativo e affettivo, alla portata di ogni famiglia, che fa bene sia ai bambini sia a noi genitori"
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