Le nuove abitudini alimentari delle famiglie: quando mamma e papà mangiano merendine
La seconda: ognuno fa per sé (e chi se ne frega degli altri). Un tempo i pediatri e gli insegnanti erano figure di riferimento con le quali i genitori si confrontavano e alle quali spesso si affidavano. Oggi l’autorevolezza e la credibilità di questi professionisti sono messe fortemente in discussione.
Così come è cresciuto il numero di genitori che decidono di non vaccinare i figli, è cresciuto anche quello di chi non riconosce più il valore educativo del mangiare insieme in mensa e chiede diete speciali anche in assenza di patologie o addirittura organizza petizioni per consentire al proprio figlio di portarsi il cibo da casa.
Non è raro incontrare genitori ansiosi e preoccupati che reclamano il controllo assoluto sull’apparato digerente dei figli, nell’assurda convinzione di avere la Verità in pugno e nell’illusione che la salute non sia un complesso insieme di equilibri fisici e psichici ma solo la somma di addendi nutrizionali, custoditi nella dispensa di casa.
La terza: si riduce la “distanza” tra le abitudini alimentari dei grandi e dei piccoli. Aumentano gli adulti che – un po’ per gusto personale e un po’ per quieto vivere – abdicano al ruolo di educatori e arrivano a fare proprie le abitudini alimentari dei piccoli, cioè a mangiare come i bambini, che prediligono i cibi cremosi o croccanti e quelli facili da mangiare.
Qualche esempio? Più pasta corta e meno pasta lunga, meno minestre e verdure dai sapori forti o amari (carciofi, verze, catalogna, scorzonera…), pesce solo se senza spine e merendine a colazione o a merenda. La prova?
Come ha dichiarato pubblicamente la società Ferrero, oggi in Italia l’80% delle merendine è consumato dagli adulti.
foto credit: foto copertina Nick Lee, ragazze a tavola USDA
altre foto: Janice Cullivan, © Lars Plougman
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