Portare il pasto da casa oppure mangiare in mensa? La petizione è on line
Su Change.org è stata lanciata una petizione diretta alla Regione Lombardia nella quale si chiede di dare agli alunni la possibilità di consumare in mensa i pasti portati da casa. Leggendo le motivazioni, tutto sembra molto ragionevole. In fondo sappiamo bene che le famiglie insoddisfatte dal servizio offerto da Milano Ristorazione sono tantissime. Tuttavia, io ho deciso di non firmare perché, mettendo pro e contro sui due piatti della bilancia, credo più che mai nel valore educativo irrinunciabile della mensa scolastica, per almeno sei motivi.
1. Le mense presentano molte criticità e per questo vanno migliorate, non rifiutate.
Quando si tratta di affrontare il “problema mensa”, l’unione fa la forza. Bisogna rimboccarsi le maniche e attivarsi in gruppo per far sentire la propria voce, magari provando anche l’interessante esperienza di un anno in Commissione Mensa. Per alcune persone è difficile da credere, ma le mense italiane sono, dal punto di vista qualitativo, tra le migliori del mondo, con molti ingredienti di altissima qualità. Spesso a rendere poco invitante il cibo nel piatto è semplicemente la prolungata permanenza nei contenitori termici nel viaggio dalle cucine alla sala del consumo.
2. Il pasto condiviso in mensa è un momento di educazione alimentare
Mangiare fuori, per i bambini, significa uscire nel mondo e scoprire nuove realtà, molto diverse da quelle di casa. Significa anche cominciare a mettere da parte l’individualismo e le soluzioni “su misura” e imparare ad adattarsi a ciò che deve necessariamente essere “uguale per tutti”. Qualcuno si adatta prima, altri dopo, ma per i più selettivi è sicuramente utile vedere che alcuni alimenti che alcuni non gradiscono, vengono invece mangiati da altri. Il ruolo dell’insegnante è fondamentale: è l’adulto che può trasformare le difficoltà osservate in mensa in stimoli educativi e didattici, per esempio dando valore alle differenza (invece di umiliare chi mangia con difficoltà) e approfondendo in classe, magari con attività laboratoriali, la conoscenza degli alimenti meno apprezzati.
3. Il pasto condiviso in mensa è un momento di educazione sociale
Mangiare insieme e condividere gli stessi sapori: è questo, da sempre, uno dei momenti più importanti della nostra vita sociale, capace di rafforzare il nostro senso di appartenenza al gruppo. Viviamo in un’epoca in cui, nel bene e nel male, poniamo l’attenzione sulle differenze più che sulle similitudini, come dimostrano proprio i nostri comportamenti alimentari, eccellenti cartine di tornasole della realtà. Oggi mangiamo tutti in modo diverso per motivi possono riguardare la salute o semplicemente le nostre scelte etiche, politiche o economiche. Questa straordinaria libertà, però, rischia di essere diseducativa se il bambino non impara mai ad adattarsi agli altri sfamandosi con quel che c’è.
4. Problemi d’igiene alimentare
Sappiamo bene cosa succede a scuola al momento della merenda: confronti, contrattazioni, scambi, assaggi reciproci. Alzi la mano chi crede davvero che il proprio figlio mangerà proprio quello che proviene dalla cucina di casa sua e nient’alto. E ora alzi la mano chi si fida ciecamente delle condizioni igieniche di tutte le cucine degli altri.
5. Lo stigma del bambino “diverso”
Il bambino sovrappeso che mangia qualche golosità in più, il bambino con la famiglia molto attenta alla salute che mangia solo cibi sanissimi, quello che mangia sempre solo in bianco, quello con alimenti con odori strani, provenienti da culture lontane e quello che deve invece mangiare il cibo della mensa perché la mamma lavora tanto e non ce la fa a preparare il pasto come fanno le altre (più brave?)… Siamo proprio sicuri che gli insegnanti abbiano il tempo e la capacità di evitare che le differenze diventino occasioni di scherno?
6. Effetti collaterali
Se domani ci fosse davvero la possibilità di portare il cibo da casa, allora la caduta di qualità del servizio mensa sarebbe inevitabile. Di fronte alle rivendicazioni delle famiglie, i centri di ristorazione potrebbero rispondere: “Se non vi piace, portatevi il pasto da casa.”
Il link alla petizione Pranzo da casa
di Federica Buglioni, Bambini in Cucina
"La cucina non è solo un gioco o un passatempo: è una cosa seria, un'attività di grande valore educativo e affettivo, alla portata di ogni famiglia, che fa bene sia ai bambini sia a noi genitori"
Tutti i lunedì potrete leggere nuovi consigli e nuove ricette. Non solo, Federica risponderà alle vostre domande, quindi mi raccomando, carta, penna e... pentole.