A scuola col diabete: le cinque domande fondamentali
Il diabete infantile arriva all’improvviso ed è importante riconoscerne i sintomi con tempestività. Passato lo spavento iniziale e le inevitabili difficoltà dei primi giorni, a poco a poco i bambini diabetici cominciano a capire che la loro non è una “malattia”, bensì una “condizione”, che li accompagnerà nel corso di una vita lunga e felice… a meno che non si scopra una cura, ipotesi che non è poi tanto remota.
Affinché il bambino diabetico riesca davvero a ritrovare equilibrio e serenità, è necessario per prima cosa che la famiglia, gli amici e la scuola si liberino dei vecchi luoghi comuni.
Negli ultimi anni, infatti, la medicina e la tecnologia hanno fatto enormi passi avanti. Ora tocca a tutti noi.
Alessandra Bosetti, presidente dell’Associazione giovani diabetici della Lombardia mi ha aiutato a smantellare qualche timore e qualche falsa convinzione. La sua preparazione e la sua esperienza sono una bacchetta magica che trasforma la paura in fiducia e positività. Le ho fatto cinque domande:
Se io fossi una maestra che deve accogliere in classe un bambino diabetico, che cosa dovrei sapere?
Il primo consiglio è quello di informarsi sul diabete in generale e poi, più nello specifico, su come comportarsi secondo le necessità del bambino (es. come correggere un’ipoglicemia, permettere “uscite” al bagno più frequenti ecc). Importante è avere anche in classe i numeri telefonici d’emergenza.
Se io fossi un bambino che ha in classe un compagno col diabete, che cosa dovrei sapere?
Per i compagni, conoscere il diabete è sempre un arricchimento ed è un modo per convivere serenamente con questa realtà. Un’occasione di approfondimento potrebbe essere offerta da una lezione di scienze, durante la quale si potrebbe anche insegnare a prestare soccorso senza spaventarsi perché è utile sapere che il bambino diabetico in ipoglicemia può essere in difficoltà a chiedere aiuto.
Se io fossi un bambino con il diabete e questo mi facesse sentire diverso dagli altri compagni, quale consiglio potresti darmi?
Ci vuole tempo per imparare a convivere col diabete. Se un bambino percepisce la diversità, la maestra potrebbe aiutarlo, attuando piccoli e preziosi interventi. Per esempio, al momento della misurazione della glicemia, potrebbe far partecipare i compagni a questo gesto e magari offrire anche a loro una caramella a conferma dell’essere tutti un gruppo. Prima o poi qualcuno chiederà di provare una glicemia!
Se io fossi un genitore e volessi invitare alla festa di compleanno di mio figlio un compagno diabetico, di che cosa dovrei tenere conto?
Credo che l’unico consiglio che posso dare è di non cambiare nulla. Sapere che c’è un bambino diabetico è tutto ciò che serve. I bambini diabetici seguono un’alimentazione “libera” e sanno esattamente cosa fare prima di mangiare. E comunque a nessun bambino, diabetico o no, è consentito mangiare una torta intera o bere troppe bibite!
Se io fossi il genitore di un bambino diabetico, come potrei fare a vivere con meno preoccupazioni le ore che mio figlio passa a scuola?
I nostri bambini passano la maggior parte della giornata a scuola e la tranquillità dei genitori dovrebbe essere data dalla consapevolezza di avere fatto, col bambino e con la scuola, tutti i passi necessari, non ultimo quello di avere garantito al bambino la possibilità di telefonare sempre ai genitori nel momento di un dubbio o di un problema.
di Federica Buglioni, Bambini in Cucina
foto Jalil Arfaoui,
"La cucina non è solo un gioco o un passatempo: è una cosa seria, un'attività di grande valore educativo e affettivo, alla portata di ogni famiglia, che fa bene sia ai bambini sia a noi genitori"