Fuoripasto: il trucco del “passaggio con assaggio”

Fuoripasto: il trucco del “passaggio con assaggio”

Sembra un paradosso, ma a volte la tavola non è affatto il luogo ideale per insegnare ai bambini più selettivi ad amare la frutta e la verdura, perché al momento del pasto questi alimenti diventano “un dovere” anziché “un piacere”. E ciò impedisce di apprezzarne il vero sapore. Per questo motivo, quando i bambini erigono il muro del “non mi piace”, non resta che sperimentare la tecnica del “passaggio con assaggio”. Ecco in che cosa consiste.

Con la frutta
Passate davanti ai bambini (che stanno giocando, scrivendo, disegnando, guardando la tele…) mangiando mezza albicocca, oppure una ciliegia o una fetta di pera - va bene qualsiasi pezzo di frutta si possa mangiare facilmente e senza sporcarsi - e offritene un pezzo: “vuoi?”. Non dite altro e guai a voi se pronunciate parole come “assaggia”, “è buonissima”, “fa bene” eccetera. Se accettano bene, altrimenti mangiate voi e tirate dritto.

Se avete frutta succosa, provate a servirla quando i bambini sono davanti alla tele, in una piccola ciotola con frutta a pezzetti e forchettina (o cucchiaino), che abbia sempre l’aria di un piccolo dono casuale, un pensiero, una sorpresina, una golosità… mai un dovere! L’importante è che sia poca: starà a loro chiederne ancora.

Con la verdura
Capita anche a voi di smangiucchiare un po’ di verdura mentre la preparate? Che so, il cuore del finocchio, un bastoncino di carota, le foglie fresche e croccanti al centro della lattuga… Ecco, in quei momenti, allungate un braccio e offrite un pezzo di quei piccoli tesori ai bambini, limitandovi a dire: “toh” (non usate la parola “verdura”).
Se vi chiedono spiegazioni, dite pure che, quando eravate piccoli, i vostri genitori o i vostri nonni vi offrivano questi bocconcini prelibati mentre preparavano da mangiare. Ne avete un bel ricordo. Se i bambini mangiano, non commentate; se dicono di no, tanto meglio, sgranocchiate voi e riprovate dopo qualche settimana.

Ancora oggi che mio figlio è grandicello, se mi siedo sul divano con una tazza di frutta fresca e yogurt, non riesco a mangiarla: se la sbrana lui. Ma se provo a dirgli “ti preparo la frutta con lo yogurt?” mi dice di no. Il perché è chiaro: nel primo caso non c’è il “dovere”.

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di Federica Buglioni, Bambini in Cucina

photo credit: Harsha K R


"La cucina non è solo un gioco o un passatempo: è una cosa seria, un'attività di grande valore educativo e affettivo, alla portata di ogni famiglia, che fa bene sia ai bambini sia a noi genitori"

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