“Sto diventando grande!”: come cambiano corpo e alimentazione nella pubertà

“Sto diventando grande!”: come cambiano corpo e alimentazione nella pubertà

E’ un’età di rivoluzione, innescata e decretata proprio dal corpo. L’unicità e la forza di questi mutamenti portano con sé una nuova esperienza corporea, e possono essere percepiti da chi li sta vivendo come vere e proprie mutazioni (vissute come una profonda disarmonia di sé). 
Se guardiamo più nello specifico i cambiamenti  caratteristici della femmina sono: la comparsa del ciclo mestruale ( menarca) e dei peli, l’accentuazione delle curve; insomma un allungarsi e un ingrandirsi spesso non omogenei. 


Propri rispettivamente del maschio sono una trasformazione della voce, la comparsa dei peli, un aumento delle proporzioni e una sorta di fastidiosa goffaggine. 
Il corpo comanda e i ragazzi devono trovare un modo per rispondergli, per risponder-sì. 
L’imprevedibilità fa sempre un po’ paura e crea agitazione, ma quando l’inaspettato e l’inatteso riguarda se stessi, il rapporto con il proprio corpo, la situazione può apparire davvero ingestibile.  


Proprio in questa situazione “tempestosa” ( come è stata definita da pensatori, filosofi, medici..)  il cibo, l’atto alimentare, fin dalla nascita al centro delle vita affettiva dell’individuo, può assumere nuovi significati per i ragazzi.


Questi giovani, impegnati nella ricerca di un senso e alle prese con un corpo “ingovernabile”, possono essere in difficoltà e trovare rifugio nel cibo: così un iper-controllo alimentare o all’opposto una consolazione che il cibo offre, è possibile che si presentino agli occhi del ragazzo come aiuti per affrontare cambiamenti che destabilizzano.


Un controllo del cibo, e quindi dell’alimentazione, può rappresentare una soluzione per rispondere ad un corpo che chiede così tanto: essere accettato mentre cambia, essere pensato, essere amato!
Si deve prestare attenzione alla dimensione dell’alimentarsi, deve essere guardata sempre con preziosità, perché spesso si dice attraverso l’alimentazione quello che non si può dire: in questo caso, la paura per un corpo che cambia da sé, e la difficoltà di ritrovarsi in esso. 
E’ importante sottolineare che non c’è un tempo definito, perchè il ritmo di queste trasformazioni è unico, è della persona.

Ma qual è quindi la meta di questa rivoluzione?

La nascita del soggetto che ogni ragazzo è, il suo emergere nel mondo ( si parla infatti di una seconda nascita nell’adolescenza). 
E’ chiaro che siamo in una situazione di emergenza: deve emergere infatti una persona, con una sua soggettività e unicità, in grado di rapportarsi con l’universo al di là della famiglia.


In questo difficile compito di trovare la propria strada il ragazzo deve essere accompagnato e ascoltato dalla famiglia, dagli insegnanti e dagli amici; non deve essere solo!
Siamo quindi in presenza di un rivoluzionario che, paradossalmente, ha bisogno di essere guidato.

 

foto Credit Petra Bensted

 

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