Quando è troppo presto: nascita pretermine e implicazioni psicologiche
Nonostante la nascita pretermine si configuri come un possibile fattore di rischio per il successivo sviluppo del bambino, non sempre comporta nocive implicazioni psicologiche, emotive ed affettive per la neofamiglia. Resta il fatto che il bambino prematuro sia sovente esposto ad un ambiente robotizzato e medicalizzato, fatto di macchinari asettici, rumorosi, freddi e innaturali: l’opposto rispetto al grembo materno che fino a poco tempo prima l’aveva ospitato. Il contatto fisico e psichico con la madre dopo il momento del parto, il calore dello sguardo vicino e continuo di papà e mamma sono limitati e tutto è filtrato dal vetro dell’incubatrice.
Le madri dei bambini prematuri sono esattamente premature come i loro figli.
Sono madri che vedono e vivono il figlio come qualcosa che è stato strappato, espulso precocemente dal loro corpo e dalla loro mente: prima dell’incontro con il neonato, c’è l’incontro con lo spavento e con il pericolo, senza che la madre sia preparata e già disponibile a poterlo affrontare. L’esperienza del parto si trasforma, quindi, in un’urgenza che può assumere, in alcuni genitori, uno statuto traumatico. La donna è improvvisamente privata del tempo che le avrebbe permesso di separarsi psichicamente dal feto, un tempo necessario per il lavoro psichico di preparazione al parto e che viene compiuto in genere verso la fine della gravidanza.
Oltre alla preoccupazione per le reali condizioni del figlio, l'intimo delle madri può essere abitato da un pensiero privato, fonte di grande sofferenza, il senso di colpa. Tale vissuto può generare in loro un sentimento di inadeguatezza, insinuando il dubbio di aver provocato la nascita prematura del bambino. Spesso sono mamme prematuramente ferite nel loro narcisismo, confuse, fragili e impotenti rispetto alla possibilità di poter garantire la sopravvivenza del proprio figlio.
Oltre a ciò, il netto divario fra le caratteristiche fisiche del proprio bambino immaginario e la percezione di quelle del bambino reale alimentano un vissuto di distacco e stupore nei genitori.
Inoltre, la passività del neonato, la sua scarsa attività visiva, l'impedimento al contatto fisico, il suo pianto flebile, possono generare nelle madri una reazione di rifiuto.
E' in questa cornice che madre e figlio si incontrano per la prima volta: la venuta al mondo di ogni bambino coincide con il primo incontro diretto del bambino con la vita e con l’abbraccio materno. E’ all’interno di questa scena che il neonato apre i suoi occhi sul mondo: mamma e bambino costituiscono la prima e unica relazione, la prima e unica insostituibile forma di scambio.
Incoraggiare la madre ad accogliere le esigenze e le richieste d’amore del proprio bambino favorisce la creazione di un legame madre-bambino adattivo e contribuisce al superamento della vulnerabilità psicologica legata ad una nascita prematura.
a cura di:
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