Gioco e creatività nell'infanzia. A cura di Pollicino onlus
Entro il compimento del primo anno di vita, inizia a colmare l'assenza della mamma attraverso la presenza di un oggetto transizionale.
Crescendo inizierà a giocare con questo particolare oggetto d'amore, sperimentando in questa attività la capacità di simbolizzare la vita affettiva, in particolare la sua progressiva distanza dalla mamma e i timori connessi. Questo passaggio, si realizza anche grazie al gioco spontaneo con l'oggetto amato, che per il bambino non rappresenta solo una fonte di divertimento e rilassamento, ma anche un modo di esprimersi. Per questo è bene che il tempo e l'impegno che spontaneamente il bambino dedica al gioco con l'oggetto amato vengano protetti e rispettati dagli adulti.
Ci sono genitori che interpretano l'importanza della funzione del gioco nell'infanzia in maniera letterale, ritenendo che, se il gioco è palestra di vita per il bambino e serve per crescere, allora tutti i giochi devono insegnare qualcosa, allenare delle abilità fisiche o delle capacità intellettive. Nonostante l'immensa offerta di giocattoli educativi adatti ad ogni età, è bene ricordare che il valore specifico del gioco infantile risiede nella fantasia.
Giocando liberamente con gli oggetti d'uso quotidiano il bambino può dare ampio sfogo all'immaginazione, che è alle fondamenta della creatività.
In particolare, giocando con il proprio oggetto d'amore – la bambola, il peluche, il pupazzo – il bambino non impara nulla, cioè non si allena a fare qualcosa, ma fa una cosa importantissima e differente dal puro apprendimento: nel gioco spontaneo con l'oggetto transizionale il bambino idealmente ritaglia una parte di sé, cioè della sua storia e della sua relazione d'amore con i genitori, e la rielabora liberamente grazie alla fantasia e alla creatività che caratterizzano il gioco infantile.
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