Crescere è più difficile se la convivialità viene interrotta

Crescere è più difficile se la convivialità viene interrotta

Studi recenti mostrano come bambini e bambine oggi siano più precoci e si avviino prima verso pubertà e adolescenza. Ma a tale velocità nella crescita non equivale sempre una reale presa di coscienza rispetto alle esperienze e alle tappe a cui questi preadolescenti si aprono e si trovano ad affrontare. Il “tutto e subito” è spesso ciò che vogliono ma che faticano a gestire.

Diventare grandi cosa può comportare?

Sicuramente il tentativo di rompere gli equilibri e gli schemi familiari cercando di far sentire maggiormente la propria voce, provare ad imporre le proprie idee e fare “ciò che si vuole”. Il lamento di tanti ragazzini è quello di non riuscire ad esprimersi in famiglia e fuori e di non essere capiti o di essere fraintesi.
Cercano faticosamente di imporre i propri desideri, pensieri e le proprie scelte a casa e credono di trovare nell’adulto di riferimento un altro che non li capisce, non li ascolta, non li asseconda. Un altro famigliare che quasi non li vuole più, perché così diversi dai bambini che erano stati fino a poco tempo prima.

Diventare grandi comporta sicuramente una perdita in termini di accudimento e attenzioni da parte della famiglia e dei genitori nel tentativo di guadagnare spazio e tempo per se stessi.
Guardarsi allo specchio e non riuscire a capire “se si è carne o pesce”.
L’immagine allo specchio rimanda dubbi, difetti, una figura diversa e nuova con cui iniziare a prendere confidenza.

Per questi ragazzini può essere difficile cercare di mettersi in gioco nelle piccole scelte quotidiane e prendere le prime decisioni autonome.

Diventare grandi è molto difficile, oggi sicuramente di più rispetto ad un passato non troppo lontano, quando per farlo si dovevano attraversare tappe e tempi scanditi dalla cultura sociale a cui la famiglia faceva affidamento.
I ragazzi si confrontano costantemente con moderni modelli di riferimento che sono sempre più spesso imposti dal sociale e dai media e che rimandano ad un ideale che deve essere sempre perfetto e alla moda.

In questi ragazzini si possono presentare forti preoccupazioni rispetto all’immagine di sé che rimandano all’esterno.
Bassa autostima, forti crisi d’ansia, perfezionismo, isolamento e tendenza a ritirarsi dalla vita sociale possono essere il segnale di un disagio che sta muovendo i primi passi e che dovrebbe essere accolto ed ascoltato. Un primo campanello d’allarme che vi è qualcosa che non va.

Può accadere che i loro genitori, nell’accorgersi delle loro ansie rispetto al sentirsi inadeguati, e nel tentativo di aiutarli a superare tali fatiche, si preoccupino eccessivamente, contribuendo involontariamente ad aumentare i loro dubbi.

Per le ragazzine può essere il disertare la tavola famigliare che diventa l’indice di una sofferenza difficile da dire: il rifiuto del cibo che l’adulto offre e che richiede anche un saper stare insieme, seduti intorno ad un tavolo a chiacchierare della giornata trascorsa.
Dalla convivialità passa anche il desiderio di stare insieme, confrontarsi e trovarsi a dire la propria. Condividere il cibo ed il rituale della tavola non equivale infatti solo a nutrirsi e a soddisfare il necessario bisogno di sostentamento, vuol dire anche desiderare di incontrarsi e stare con gli altri.
Spesso una cultura dello stare a tavola viene strutturata fino dai primi anni di vita. Come genitori ci si deve chiedere se i bambini sono ammessi o meno a questa tavola, se condividono il pasto con noi adulti.

A tavola si può parlare o il silenzio tra i commensali è scandito solo dal rumore della televisione accesa?
Non sempre è facile abituare i bambini a trascorrere del tempo insieme ma uno dei piccoli accorgimenti che si può tener presente è che lo stare insieme passa anche dal mangiare insieme, dal confrontarsi su gusti e desideri, dallo scegliere insieme il menù della settimana tenendo conto di ciò che ogni membro della famiglia predilige o meno. In fondo la quotidianità così frenetica spesso fa perdere il gusto di assecondare questi piccoli momenti così importanti per un equilibrato sviluppo psicoaffettivo.

Come abbiamo detto diverse volte in questa rubrica, i disturbi alimentare in età pediatrica sono spesso utilizzati dai bambini per esprimere un disagio interiore.
Ecco perché la fatica del crescere e del separarsi dall’idea del bambina/o che si è stati può passare attraverso il rifiuto alimentare e dal disertare i momenti di convivialità famigliare.

 

foto credit: woodleywonderworks

 

A cura dell'associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus

Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus, centro per la prevenzione e la clinica dei disordini del comportamento alimentare in età pediatrica è un'associazione onlus con scopi non lucrativi, nata nel 2006, in considerazione del preoccupante aumento dei disturbi del comportamento alimentare nell'infanzia, da un progetto strutturato da un'equipe di psicoterapeuti, medici pediatri e neuropsichiatri, con un'esperienza clinica importante sui disturbi del comportamento alimentare. L'attività dell'Associazione è diretta, in via prevalente, a soggetti che soffrono di patologie psicologiche e/o psichiatriche relative al comportamento alimentare con particolare riguardo a bambini e giovani adolescenti (da 0 a 13 anni).

Iscriviti alla newsletter

Restiamo in contatto:

resta aggiornato sulle attività da svolgere nel tempo libero a Milano con i bambini  e ricevi nostri post di approfondimento.

Risorse gratuite da scaricare

Pappa d'asilo

Pappa d'asilo

Le migliori ricette dell’asilo, da preparare a casa

cucina sicura

Cucina sicura

Una guida in formato pdf sul tema della sicurezza in cucina

Montessori in cucina

Montessori in cucina

Un ampio estratto del libro 60 attività Montessori in cucina

foglia di salvia

Foglia di salvia

Viaggio intorno a una foglia di salvia: scarica il pdf gratuito

Milano per i bambini 
di Marcella Marraro
P.IVA 01873080996
E-mail: info@milanoperibambini.it